Danieli

Figlia d’arte, Isa Danieli debutta giovanissima, a soli quindici anni, nella compagnia di Eduardo, con il quale avrà un rapporto lungo ed estremamente formativo, alternato all’esperienza, faticosa ma non meno utile, dell’avanspettacolo: impara, così, a ballare e a cantare, e soprattutto a tener testa ai pubblici più eterogenei ed esigenti. In tal senso, le servirà molto anche il lavoro con Nino Taranto. Poi di nuovo Eduardo e, nel ’76, La Gatta Cenerentola di Roberto De Simone e l’interpretazione – davvero da antologia – del celeberrimo ruolo della prima lavandaia. De Simone la vuole con sé anche in Mistero napolitano e Festa di Piedigrotta . Quindi, nel 1980, il premio Idi per Amore e magia nella cucina di mamma , scritto e diretto per lei da Lina Wertmuller. L’anno dopo Benno Besson le fa indossare, nell’ Edipo tiranno , le vesti di Tiresia e Giocasta. Ed è l’esperienza decisiva, quella che impone come attrice non solo napoletana: infatti, di lì a poco parteciperà a L’anima buona di Sezuan e a Puntila e il suo servo Matti , sotto la guida di Strehler e di Glauco Mauri. Proprio questo, d’altronde, è il tratto fondamentale del suo carattere, la voglia di rimettersi sempre in discussione e di tentare sempre nuove strade. Ed è perciò che, pur profondamente radicata nella tradizione, diventerà l’autentica musa della nuova drammaturgia napoletana: portando al successo testi come Regina Madre di Manlio Santanelli, Festa al celeste e nubile santuario di Enzo Moscato e Ferdinando di Annibale Ruccello.