D’Albert

All’età di tre anni Lucy D’Albert segue la madre (l’attrice Lydia Johnson, il cui vero nome era Lydia Abramovic) nei suoi spostamenti prima in Turchia e in Francia, infine in Italia. Esordisce bambina, parallelamente alla carriera della madre, e dall’età di quindici anni ha un’attività scenica regolare. Nel 1931 è in una rivista a Napoli (La terra gira) con la madre e i tre fratelli De Filippo. Dal 1932 al ’35 è a Napoli, soubrette assoluta degli spettacoli di Michele Galdieri; nel 1936 ancora a Napoli, con Nino Taranto in Son tornate a fiorire le rose , un successo che le frutta il passaggio a compagnie di rivista dal prestigio nazionale, con Spadaro, ancora con Taranto, con Totò. Dal 1945 al ’47 in formazioni sporadiche accanto a Rascel, Tecla Scarano, i fratelli De Vico. A partire dal 1948 è con Dapporto, ancora con Taranto, con Walter Chiari, con Billi e Riva (Caccia al tesoro di Garinei e Giovannini, 1953) e poi, sempre di G. & G., nel 1954, in Giove in doppiopetto con Carlo Dapporto, spettacolo in cui lei, che si sentiva rivoluzionaria rispetto all’immagine della soubrette classica, viene contrapposta alla semplicità trionfante di Delia Scala proprio come l’immagine della soubrette tutta piume e strass. Nel 1955 partecipa alla versione cinematografica di Giove in doppiopetto e nella stagione 1958-59 la troviamo accanto a Macario nello scombinato Chiamate Arturo 777 .