Crovetto

L’attore più `pendolare’ dello spettacolo italiano, in grado di passare, nella stessa stagione, da Strehler alle riviste di strip-tease, una serie infinita di andata-ritorno dalla prosa al varietà, dall’avanspettacolo al teatrino hard, dal cinema all’operetta. Sempre spendendo in dosi massicce le sue doti di straripante comunicativa. Partecipa, nella stagione 1956-57, a Il resto mancia , di scena all’Olimpia di Milano: rivista di Simonetta e Zucconi, con Lisetta Nava «allegrissima» e Gino Bramieri «prorompente». Una rivista «che diverte senza volgarità», con un ragguardevole cast di realizzatori: Valerio Brocca (coreografie), Sebastiano Soldati (scene), Aldo Buonocore (musiche), Eros Macchi (regia). Attività ininterrotta, invernale in compagnie di rivista e estiva in esibizioni estemporanee, dalla presentazione di spogliarelli (è un formidabile raccontatore di barzellette) a festival di operette (assiduo `caratterista’ dal 1975 nelle stagioni del festival di Trieste). Nel 1964 viene chiamato da Giorgio Strehler per un ruolo importante ne Le baruffe chiozzotte di Goldoni (tra gli altri interpreti di prosa, da Corrado Pani a Lina Volonghi, Carla Gravina ecc., un altro attore pescato su ribalte minori: Tino Scotti). Grande successo, riconfermato trent’anni dopo nella ripresa dello spettacolo per una tournée internazionale. In rivista è stato accanto a Macario, alle sorelle Nava, a Tino Scotti, a Walter Chiari, a Ugo Tognazzi; e accanto a Tognazzi è stato anche ne L’avaro di Molière. Ha partecipato a spettacoli firmati da Missiroli, Garinei, Proietti; ha vinto il premio Biancamano per il film La vita agra di Carlo Lizzani (1963). In tv è stato tra le vecchie glorie (da Calindri a Durano) interpreti di Villa Arzilla , venti episodi di fiction all’italiana, regia e soggetto di Gigi Proietti (1990-91). È accanto a Johnny Dorelli, Gloria Guida, Paola Quattrini in Se devi dire una bugia dilla grossa di Cooney-Fiastri, regista Pietro Garinei.