Coward

Noël Pierce Coward ha esordito con Ti lascerò questo (I’ll Leave It To You, 1919) e La giovane idea (The Young Idea, 1922). Il successo del suo teatro, cui Coward ha contribuito anche come perfetto interprete, è iniziato con Vortice (The Vortex, 1924, rappresentato al Teatro Valli di Reggio Emilia nel 1990, regia di M. Bellei), cui sono seguiti Angeli caduti (Fallen Angels, 1925) e La febbre del fieno (Hay Fever, 1925), dove i Buss, una famiglia di artisti, invitano per il week-end un gruppo di amici e li ossessionano con le loro manie (andato in scena a Roma, Teatro Ghione 1992, regia di S. Blasi). In Vite private (Private Lives, 1930) due divorziati s’incontrano durante la luna di miele con i rispettivi nuovi coniugi e decidono di rimettersi insieme: una soluzione che si ripeterà in L’allegra verità (Present Laughter, 1942). Pur legato alla formula della commedia brillante e sofisticata, come Partita a quattro (Design for Living, 1932), Coward ha saputo rendere bene anche l’atmosfera crepuscolare in Vita tranquilla (Still Life, 1936), entrambi tradotti in film, il primo da Ernst Lubitsch (1933), il secondo da David Lean con Breve incontro (Brief Encounter, 1945). Anche Spirito allegro (Blithe Spirit, 1941) ha avuto una versione cinematografica (1945, regia di Lean). Coward resta sostanzialmente fedele alla commedia da salotto, di cui ha attualizzato i contenuti con una carica di superiore spregiudicatezza. Ne esce un quadro disincantato della borghesia inglese tra le due guerre. Ma il dialogo, dove la comicità scaturisce dal contrasto tra la banalità delle battute e il contesto in cui vengono pronunciate, e l’uso sapiente delle pause ne fanno per certi versi un precursore di Pinter.