Cortese

Valentina Cortese debutta a 17 anni nel cinema in Orizzonte dipinto accanto a Ermete Zacconi, poi è nel Bravo di Venezia accanto a Rossano Brazzi; con lui, diretta da E. Giannini debutta in teatro ne La signorina, cui seguono Canadà di C. G.Viola e Il padrone delle ferriere di Onhet. Ben presto la sua delicata figura da diva dei telefoni bianchi scopre un temperamento teatrale ferreo e assoluto; si afferma in Donne di C. B. Luce, 1944, e Il tempo e la famiglia Conway di Priestley (regia di A. Blasetti, 1945). Nei quadri di un’inchiesta del settimanale “Platee”, nel ’46, Grassi e Strehler la indicano come l’attrice del momento per la sua interpretazione di Amarsi male di Mauriac (regia O. Costa) portata a Milano dalla Compagnia Pagnani-Ninchi-Brazzi che presenta anche Strano interludio di O’ Neill (regia E. Giannini). Per un momento la Cortese sembra allontanarsi dal teatro, rapita dal cinema americano: è il ’49, ha girato con Dassin I corsari della strada e a Hollywood, dove è arrivata con un contratto della 20 Fox sul set di Ho paura di lui di R. Wise ha incontrato Richard Basehart (che sarà Il Matto nella Strada di Fellini) e l’ha sposato (1951).

Dopo qualche anno torna in Italia e vince la Grolla d’oro a Saint-Vincent per la sua interpretazione in Le amiche di Antonioni, tratto da un racconto di Pavese (1956). Separatasi dal marito e stabilitasi definitivamente in Italia con il figlio Jack, si lega a Giorgio Strehler e al Piccolo in un rapporto previlegiato che sfocia in una serie di interpretazioni di altissimo livello: è Sonia in Platonov e altri accanto a Sarah Ferrati, Tino Buazzelli e Tino Carraro (1959), passa a L’ereditàa del Felìs di Illica accanto a un grande Piero Mazzarella, dove nella capitolazione della Lena di fronte alla potenza corruttrice dei sciori porta una drammaticità semplice e commossa; ancora con Mazzarella è un’indimenticabile Nina nella seconda edizione di El nost Milan (1961); nel giugno ’63 è la voce recitante di Pierino e il lupo , ridotto da Strehler per il teatro alla Scala (direttore Nino Sanzogno, pianista Van Cliburn) e nel luglio è Beatrice nella nuova edizione dell’ Arlecchino a Villa Litta ad Affori. La sua recitazione si fa robusta e fortemente drammatica per la regina Margherita in Il gioco dei potenti (trilogia dell’ Enrico VI di Strehler da Shakespeare), recitato in due giornate nel ’65 prima al Lirico di Milano, poi al Comunale di Firenze per la Ia rassegna degli Stabili (l’altro Stabile italiano invitato alla rassegna era quello di Torino con il Ruzante di Parlamento e Bilora diretto da G. De Bosio).

Sono di questi anni le interpretazioni più mature che fissano la sua cifra recitativa personalissima dove il personaggio nel quale si cala corpo e anima è sempre controllato e restituito anche nei suoi risvolti critici: dalla Ilse di I giganti della montagna nella memorabile edizione del ’66 portata dal Piccolo in tournée in Italia e all’estero a Santa Giovanna dei macelli di Brecht per il Maggio musicale fiorentino (1970), preceduta dal Processo di Giovanna d’Arco a Rouen 1431 di Anna Seghers nella riduzione di Brecht (regia K.M. Grüber), alla straordinaria Lulu di Wedekind diretta da Chéreau (1971) e dal ’74 al ’77 alla personale, zingaresca Rawneskaja del Il giardino dei ciliegi chiuso nel bozzolo bianco dei sogni infantili, ma anche nel sudario di morte di una società che trascina con sé storia e vita. Fuori dal Piccolo è l’Anna vivace, leziosa e spettrale di Old Times (con A. Asti e U. Orsini, regia Visconti, 1973) e la Maria Stuarda del dramma omonimo di Schiller diretto da F. Zeffirelli (con R. Falk nel ruolo di Elisabetta). Dei numerosissimi film basterà ricordare Giulietta degli spiriti di Fellini , Fratello Sole e sorella Luna e Gesù di Zeffirelli, L’assassinio di Trotskij di Losey (con R. Burton e A. Delon) e Effetto notte di Truffaut per il quale riceve la nomination per l’Oscar. Fra le tante partecipazioni alla radio è Gina di Sanseverino nella Certosa di Parma di Stendhal e alla tv, la Gerda dei Buddenbrook diretto da E. Fenoglio nel ’71, la grande Sarah Bernhardt in un confronto con la Duse (Piera Degli Esposti) e un po’ se stessa nella performance nella Granduchessa e i camerieri rivisitata da Garinei e Giovannini , con la coppia Franchi e Ingrassia. Le nozze con Carlo de Angeli hanno diradato sempre più gli appuntamenti teatrali, ma è comparsa più volte accanto a Carla Fracci in spettacoli di danza e poesia, uno per tutti, Bilityse .