Comédie-Française

La Comédie-Française è specchio della storia politica, sociale e culturale della Francia dal 1680 a oggi. Essa si è svolta nel segno della decentralizzazione, dell’importanza via via maggiore accordata agli uomini di teatro, piuttosto che ai burocrati; ma mai si è abbandonata l’idea di considerare l’istituzione come un patrimonio pubblico da conservare. All’inizio del XX secolo la commedia di costume domina ancora la scena, con Mirbeau, Hervieu, Lavedan; ma al successo arrivano anche Rostand e Courteline. L’amministrazione del teatro è affidata a Jules Clarétie (1885-1913), che dovrà far fronte all’incendio della sala nell’anno 1900. Da sottolineare, nel 1908, la collaborazione – grazie alla direzione artistica di Charles le Bargy – alla realizzazione dei primi film d’arte per gli Studios. Dalla vigilia della prima guerra mondiale al 1936 la Comédie-Française attraversa una fase di transizione; si possono segnalare, in questi anni, la celebrazione del tricentenario della nascita di Molière, voluta dall’autore drammatico Emile Fabre (allontanato nel 1933 per gli incidenti provocati dal suo adattamento del Coriolano di Shakespeare), l’avvio della partecipazione della Comédie-Françaisea trasmissioni radiofoniche e soprattutto, nel 1936, la formazione di un comitato di registi alla guida del teatro, costituito dai membri del Cartel (J. Copeau, G. Baty, C. Dullin e L. Jouvet): con loro il repertorio si apre ai contemporanei Giraudoux, Lenormand, Mauriac, Romain Rolland, Ibsen e Pirandello.

Durante il secondo conflitto mondiale e sotto l’occupazione la  Comédie-Française non sospende la sua attività; sono di questi anni i successi di La regina morta di Montherlant e Lo scarpino di raso di Claudel. Tra il 1946 (anno in cui alla C.-F. viene associato il Teatro dell’Odéon) e il 1960 l’istituzione attraversa un periodo di relativa crisi, che sarà via via superata con la nomina di amministratori-attori appartenenti alla Comédie-Française stessa: negli anni 1960-70 Maurice Escande rinnova la compagnia e apre a registi esterni; fra il 1970 e il 1979 Pierre Dux (che era già stato chiamato alla guida della Comédie-Française alla Liberazione) organizza il tricentenario della morte di Molière (1973) e rinnova l’istituzione sotto il profilo amministrativo; quindi, fino al 1983, Jacques Toja invita numerose compagnie straniere e celebra nel 1980 il tricentenario della Comédie-Française Nello stesso 1983 gli succede Jean-Pierre Vincent, già direttore del Théâtre national di Strasburgo e fautore della decentralizzazione; sarà sostituito da Jean Le Poulain (1986-88) e, quindi, da Antoine Vitez: a lui il merito di aver celebrato il bicentenario della Rivoluzione con Il matrimonio di Figaro di Beaumarchais e di aver inserito in repertorio Sartre (A porte chiuse) e Brecht (Vita di Galileo ).

Scomparso improvvisamente nel 1990, Vitez è sostituito alla guida della Comédie-Française da Jacques Lassalle, che mette in scena spettacoli di Marivaux, Goldoni e Molière e acquisisce il Théâtre du Vieux-Colombier (inaugurato con due pièces di Nathalie Sarraute); il suo ultimo spettacolo è il Don Giovanni di Molière, presentato al festival d’Avignone. Nel 1993 a Jean-Pierre Miquel è affidato un mandato di cinque anni; egli avvierà lavori di ripristino e ammodernamento, allestirà un’esposizione in cui si mostrano al pubblico alcuni tesori della Comédie-Française, ma soprattutto la porterà a un cambiamento di statuto: nel 1995 la Comédie-Française diventa infatti un ‘Etablissement public à caractère industriel et commercial’ (Epic), sotto il patronato del Ministero della Cultura. Infine è aperta una terza sala, il piccolo Studio-Théâtre al Carrousel del Louvre.