Purtroppo la caratteristica comune di queste manifestazioni sembra essere la discontinuità: le molte difficoltà di ordine organizzativo ed economico frenano gli entusiasmi degli organizzatori. In Inghilterra negli anni ’70 riscuotono un certo successo le Olimpiadi del circo. In Italia è Pino Correnti (con il fondamentale aiuto di competenti storici come Massimo Alberini) a organizzare rassegne specifiche, come il festival dei giocolieri, quello dei clown o quello dei numeri da brivido. Negli anni ’90 nascono o acquisiscono caratteristiche proprie del festival altre manifestazioni: in Italia, il Golden circus di Roma, le Stelle del circo di Verona o il Gran premio internazionale del circo (l’unico ad aver avuto una certa continuità); a Stoccolma, il Festival delle principesse del circo, dedicato a sole donne; in Francia, a Massy, il Festival dei numeri con animali; in Cina, il Festival di Wuhan e quello di Wuqiao; in Corea del Nord, quello di Pyöngyang. Fra tutti emerge il Festival international du cirque de demain a Parigi, l’unico a poter vantare la stessa continuità di Montecarlo, con il merito basilare di scoprire e segnalare le tendenze d’avanguardia delle arti circensi. La buona qualità di alcune di queste manifestazioni (Parigi, Verona, alcune edizioni del Gran premio) è di stimolo agli organizzatori di Montecarlo, affinché continuino a proporre rassegne di alto livello artistico. Caratteristica particolare assume il recente Festival Tollwood di nuovo circo a Monaco di Baviera, la cui peculiarità è far esibire interi complessi di nuovo circo o circo di regia, piuttosto che singoli numeri provenienti da diverse nazioni.