Chérif

Chérif abbandona ancora giovane la sua terra per recarsi in Svizzera a studiare. Qui entra in contatto con il mondo del teatro, di cui ben presto diverrà uno degli esponenti più interessanti.

Chérif abbandona ancora giovane la sua terra per recarsi in Svizzera a studiare. Qui entra in contatto con il mondo del teatro, di cui ben presto diverrà uno degli esponenti più interessanti. Dopo aver fatto l’assistente alla regia di Roland Jay, allora direttore del Conservatoire di Losanna, per un allestimento de La dodicesima notte di Shakespeare. Dopo aver studiato all’Accademia d’arte drammatica `S. D’Amico’, nel 1982 esordisce alla regia con un montaggio di poesie di Pasolini intitolato Passione . Nel 1983 cura un altro spettacolo di poesia sull’opera di Vincenzo Cardarelli, messo in scena a Tarquinia e lo stesso anno è aiuto regista di A. Trionfo per Le baccanti di Euripide al Teatro Olimpico di Vicenza. L’anno seguente, nel corso del XXXII Festival di Teatro di Venezia, presso i cantieri navali della Giudecca, dirige lo spettacolo-laboratorio Quai Ouest , primo testo di B. M. Koltès messo in scena in Italia. Nella stagione 1987-88 riscuote grande successo e l’attenzione della critica per i suoi spettacoli Medea di Euripide, Pièce noire di E. Moscato e Piccola Alice di E. Albee, con A. Bonaiuto e A. Piovanelli. Chérif, a partire dal lavoro di Moscato, costruisce un originale percorso della diversità attraverso il reperorio contemporaneo; percorso che continua con I paraventi di J. Genet (Teatro Testoni, Bologna 1990) e con Improvvisamente l’estate scorsa di T. Williams (1991), entrambi con protagonista A. Valli, e che proseguirà con un lavoro di Copi. Nel 1991 ancora uno spettacolo che lascia il segno: Nella solitudine dei campi di cotone di B. M. Koltès nella versione di F. Bruni, con P. Micol, M. Belli e le scene di A. Pomodoro, che recentemente (stagione 1997-98) è stato riproposto al Festival di Benevento con protagonisti E. Fantastichini e A. Iuorio.

La felice collaborazione con A. Valli e A. Pomodoro trova compimento nella fondazione della compagnia La Famiglia delle Ortiche, che deve il proprio nome a una battuta dei I paraventi , spettacolo in cui i tre avevano lavorato assieme. La nuova `famiglia’ teatrale mette in scena Più grandiose dimore di E. O’Neill, L’omosessuale o la difficoltà di esprimersi di Copi (entrambi del 1993). In seguito, C. incontra la profonda e tormentata scrittura di Antonio Tarantino, vero caso teatrale degli anni Novanta. Di Tarantino cura la regia di Stabat mater (1994) con P. Degli Esposti, Passione secondo Giovanni (1994) con E. Bonucci e A. Piovanelli, Vespro della Beata Vergine (1995) con L. Banfi e Lustrini (1997) con P. Bonacelli e M. Foschi.