Chaplin

Attorno al 1910 Groucho Marx è di passaggio in una cittadina di provincia per prendere un treno che lo deve portare, con i suoi fratelli, in un’altra piccola località dove ha uno spettacolo. Per ingannare il tempo si reca in un minuscolo teatro di vaudeville ed ha occasione di assistere all’esibizione di un giovane comico in un numero chiamato A Night in an English Music Hall. Strabiliato dal talento dello sconosciuto artista, si reca nei camerini per complimentarsi e fare la sua conoscenza: si tratta di Charlie Chaplin, in tournée in America con la troupe di Fred Karno. Charlie Chaplin è il personaggio che più di ogni altro ha rappresentato il passaggio dallo spettacolo dal vivo a quello riprodotto che ha sconvolto abitudini in precedenza fissate per millenni. Secondo Groucho Marx, e per molti recensori che hanno occasione di vederlo esibirsi dal vivo, è anche il migliore comico che abbia calcato le scene del vaudeville americano.

Charlie Chaplin ha sangue gitano nelle vene (la bisnonna era una zingara di nome Ellen Elizabeth Smith) ed è figlio d’arte. I genitori sono entrambi artisti del varietà inglese. La madre, Hannah Hill, è una cantante di scarso successo, ma il padre riesce ad affermarsi e far pubblicare il suo volto sulla copertina degli spartiti musicali delle sue canzoni, cosa che capita solo agli artisti di una certa notorietà. L`infanzia di Charlie Chaplin, come noto, ricorda un libro di Dickens, con la separazione dei genitori, l’indigenza, la pazzia della madre ed il continuo entrare ed uscire, con il fratello Sydney, dagli istituti di carità londinesi. Charlie Chaplin bambino è costretto a seguire la madre durante i piccoli contratti nei music-hall. Ed è in una di queste occasioni che fa il suo casuale debutto, sostituendola quando è colta da un malore al Canteen di Aldershot, nel novembre del 1894. Il suo entusiasmo nell’intonare una semplice canzoncina è tale da provocare sul palcoscenico una pioggia di monete, che lui si ferma a raccogliere. Invitato a continuare il pezzo risponde «Solo quando avrò tirato su tutto», provocando un altro diluvio di spiccioli. Viene subito attratto dalla personalità degli artisti del varietà. Soprattutto i giocolieri, dotati di una straordinaria resistenza ad ore e ore di prove e sacrifici. Intende dedicarsi alla giocoleria comica e, risparmiato quel tanto che basta per acquistare delle palle di gomma e dei piatti di stagno, passa ore e ore ad esercitarsi.

Il suo debutto ufficiale nel mondo dello spettacolo avviene però nel 1898 con gli Eight Lancashire Lads, un gruppo di otto ragazzini, diretti da William Jackson, impegnati in una vivace danza folkloristica con gli zoccoli. Con loro si esibisce fino al 1900, quando, pare all’Hippodrome di Londra, debutta come attore in Cenerentola, nella parte di un gatto. È un tirocinio importante per il giovanissimo Charlie Chaplin: sono gli anni d’oro del music-hall inglese, nei quali ogni singolo artista deve giocoforza apprendere come costruire alla perfezione il proprio numero, con un inizio, un nucleo centrale, un crescendo ed un coinvolgente finale. Da notare che già in quegli anni crea, con un compagno dei Lancashire Lads, il duo ‘Bristol e Chaplin, I vagabondi milionari‘, che sembra precorrere il personaggio che lo renderà immortale. Nel 1903 con un po’ di impudenza si iscrive ad una nota agenzia teatrale, la H. Blackmore, la quale ben presto gli procura la parte di Billy il fattorino in Sherlock Holmes, che interpreta prima accanto a H. A. Saintsbury e poi a William Gilette, apprendendo molto da entrambi. Sin da subito i critici colgono la sua capacità sottolineandola in pratica in ogni recensione dello spettacolo. Per un po’ rimane senza lavoro poi trova un ruolo in Repairs, uno sketch che racconta delle sfortunate vicende di un gruppo di tappezzieri, imbianchini e idraulici e che si può considerare, come altri del tempo, un precursore dello slap-stick delle prime comiche del film muto. In seguito prende parte a Casey s Court Circus , un numero in puro stile burlesque dove balla, canta e fa un pò di tutto. È molto attento alle figure note del vaudeville, e mette in scena la parodia del Dr. Waldorf Bodie, uno strano artista dell’epoca, ‘guaritore, operatore di miracoli, ipnotista’, che riscuote grande successo.

Nel 1908 entra a far parte degli Speechless Comedians di Fred Karno, un abile impresario ed uomo di spettacolo che eredita le tradizioni delle pantomime inglesi e forma diverse compagnie che girano contemporanemante Europa e Usa. Ricordiamo che la pantomima è particolarmente sviluppata in Inghilterra soprattutto a causa dei severi atti censori – come il Licensing Act del XIX secolo – che limitavano moltissimo le rappresentazioni di veri testi teatrali. Ottiene subito un buon successo affermandosi soprattutto nella parte dello spettatore ubriaco del citato A Night in an English Music-Hall. Con Karno va in tournée nel 1909 alle Folies Bergères di Parigi e nel 1910 in America con una compagnia della quale fa parte anche Stan Laurel. Anche oltreoceano è accolto subito benissimo, sebbene nella scarsa considerazione globale che riceve lo spettacolo. “Variety” scrive più o meno: «Chaplin farà grandi cose in Usa, ma non poteva presentarsi con uno spettacolo peggiore». Altri scrivono: «È il più grande interprete di ubriaconi e il comico più esilarante del vaudeville». Nel 1912 torna in Inghilterra, ma a fine anno è di nuovo in America, da dove non tornerà per parecchio tempo. Nel novembre del 1913 va infatti alla Keystone della New York Motion Picture Co. dove inizia il suo ineguagliabile percorso cinematografico. Appare evidente quanto la carriera di entertainer di Charlie Chaplin abbia influenzato la propria carriera di regista e di conseguenza tutta l’arte filmica del Novecento. Ed è interessante notare come il suo genio si sia servito più volte di quanto appreso nei difficili anni dello spettacolo itinerante. Non solo recuperando atmosfere e personaggi come in Il circo o in Luci della ribalta, ma soprattutto servendosi di precise tecniche corporee apprese duramente sulle tavole dei palcoscenici del music-hall e del vaudeville. Fino alla fine dei suoi giorni C. rimane un appassionato degli spettacoli di circo e varietà dai quali proviene. Frequenta Grock e la famiglia Knie e trasmette probabilmente parte del suo amore almeno alla figlia Victoria, che con Jean-Baptiste Thiérree, crea Le cirque imaginaire.