Caubère

Dapprima alla scuola di André Benedetto e del suo Nouveau Théâtre («politico, popolare, romantico»), C. incontra successivamente Jean-Jacques Lebel. Dopo aver lavorato nel Lorenzaccio (Avignone 1981), decide di recitare esclusivamente i suoi stessi testi, al di fuori delle istituzioni e dei circuiti artistico-commerciali. Ha così inizio la serie degli spettacoli-confessione, in cui sono ripercorsi gli episodi della sua storia di uomo e di commediante: La danse du diable (1986), Ariane ou l’Âge d’or (1987), La trilogie amoureuse (1989), La Belgique (1992), Les Marches du Palais (1993). Del 1994 è Le roman d’un acteur , `epopea burlesca’ o `opera vivente’ (secondo le parole dello stesso C.) in undici episodi. Ancora una volta l’ one man show C. – sotto lo pseudonimo di Ferdinand Faure – ripercorre la storia della sua vita: dall’incontro con Claude Lelouch e Ariane Mnouchkine (animatrice della comunità del Théâtre du Soleil, e regista del capolavoro cinematografico Molière , nel 1978, di cui C. è grande protagonista) al lavoro di C. stesso presso il Théâtre du Soleil, dove il giovane compie il suo apprendistato, in un ambiente culturale permeato dalle utopie politiche degli anni Sessanta, fino alla composizione di questa autobiografia spettacolare, rappresentata con enorme successo, in sedici serate, nell’ambito del festival di Avignone. Per la grande comicità e la padronanza dell’arte del mimo e del racconto spesso C. è stato accostato a Dario Fo.