Caruso

Entrato nel 1957 in qualità di direttore di scena al Piccolo Teatro di Palermo, Pino Caruso comincia pian piano a fare piccoli ruoli (da Il giuoco delle parti a Il burbero benefico , spettacolo del 1961 in cui viene promosso `attor giovane’) e nel 1962 entra nella compagnia di Emma Gramatica (tournée dei Sei personaggi in cerca d’autore ) per passare poi allo Stabile di Catania (1963-65) dove scopre la sua vena comica. L’anno dopo, infatti, viene scritturato dal Bagaglino di Roma, dove rimane per due anni come autore e protagonista della ‘Terza parte della serata’, recitando tutte le sere e contribuendo alla fortuna del locale. Con la tournée teatrale nel 1997 di Pane al pane e Pino al Pino si fa notare e si impone come comico popolare; le porte della tv si aprono grazie a Castellano e Pipolo che lo chiamano a Che domenica amici (1968), primo di una lunga serie di programmi che lo rendono noto al grande pubblico. L’esperienza televisiva continua negli anni (vanno citati almeno Dove sta Zazà , 1973 e Due come noi in coppia con Ornella Vanoni, nel 1978-79), alternata al teatro, in tutte le sue forme: dall’operetta con La vedova allegra (1970 e 1986) e Il paese dei campanelli (1972) alla prosa. È protagonista di Don Giovanni involontario di Brancati (Stabile di Catania, 1970), La lezione e Delirio a due di Ionesco (Stabile di Palermo, 1980). Sfruttando una vena di autore che mescola satira di costume e autoironia, ha scritto e interpretato due monologhi sull’Italia degli anni ’90, Conversazione di un uomo comune (ha debuttato nel 1991, per poi essere ripreso e attualizzato dal 1994 al ’98 con la regia di Franca Valeri) e La questione settentrionale (1992-93). Del 1998 è lo spettacolo Retablo di Vincenzo Consolo, interpretato assieme a Lina Sastri con la regia di Maurizio Scaparro. Numerose le partecipazioni cinematografiche: da Gli infermieri della mutua , accanto a Peppino (1969) a Malizia (1973), da La donna della domenica di Luigi Comencini (1975) a Sedotto e abbandonato , scritto, diretto e interpretato da C. stesso (1977).