Capolicchio

Considerato un ‘enfant prodige’ del teatro italiano, Lino Capolicchio debutta nelle Baruffe chiozzotte (1965) diretto da Strehler, con cui reciterà anche nel Gioco dei potenti . Poco dopo è in tv con G. Landi e al cinema in Escalation di R. Faenza (1968), ma il successo internazionale arriva con il film Il giardino dei Finzi Contini di De Sica (1970). Interprete soprattutto di personaggi timidi, sfuggenti, un po’ anime candide ma anche ambigui, recita in altre pellicole celebri del cinema italiano (Il giovane normale , Amore e ginnastica ). A quarant’anni torna in teatro con la regia di Petri in L’orologio americano di A. Miller (1981) e prosegue l’attività con altri registi (W. Pagliaro, G. Patroni Griffi). Sul fronte cinematografico folgorante è l’incontro con Pupi Avati, con il quale instaura un lungo e fortunato sodalizio, da La casa dalle finestre che ridono (1976) a Fratelli e sorelle (1992), compresi due sceneggiati tv (Jazz band e Cinema!). Apprezzato interprete televisivo, al Conte di Montecristo nei panni di Andrea Cavalcanti hanno fatto seguito, negli anni ’90, Carlo Magno e Casa Ricordi . Nel 1998 ha debuttato nella regia lirica con La bohème.