Canetti

Nato da genitori ebrei sefarditi, Elias Canetti trascorre la sua adolescenza e prima maturità in Svizzera, Germania e soprattutto in Austria; dal 1938 si trasferisce a Londra. La produzione di Canetti è varia e comprende un romanzo (Auto da fé), un’autobiografia intellettuale, numerosi saggi (tra cui Massa e potere ), raccolte di aforismi e tre opere teatrali: Nozze (Hochzeit, 1932), La commedia della vanità (Komödie der Eitelkeit, 1934), Vite a scadenza (Die Befristeten, 1952). Nel 1978 viene rappresentata con successo a Basilea La commedia della vanità , allestita da Hans Hallmann, lo stesso regista che successivamente mette in scena gli altri drammi, a Vienna e a Stoccarda. Nel 1981 gli viene conferito il Premio Nobel per la letteratura. In tutte e tre le opere teatrali viene rappresentato un soggetto che, costruendo difese contro tutto ciò che può minacciare la propria precaria esistenza, si vota però all’autodistruzione. In Nozze il crollo per terremoto di una casa rappresenta l’apparente liberazione dai divieti, ma tale situazione spinge i personaggi ad abbandonarsi a un distruttivo e anonimo furore erotico. In La commedia della vanità, al decreto che mette al bando specchi e fotografie, che proibisce ogni compiacimento della vanità, segue il mortifero intreccio tra rabbia autopunitiva, rigore puritano e narcisismo e amore di sé ingigantito e pervertito dalla proibizione. In Vite a scadenza l’angoscia prodotta dalla minaccia della morte viene eliminata facendo credere a ciascuno che la data della propria morte sia già scritta in una capsula che ciascuno porta al collo; tuttavia essa si rivela vuota, e tale certezza effimera.