Bregni

Dal 1961 lavora con D. Torrieri al Teatro Solis di Montevideo, ma è la collaborazione con il regista L. Puggelli a dar vita ad allestimenti prestigiosi, d’opera (come gli scaligeri Attila di Verdi, 1974; Andrea Cheniér di Giordano, regia di Puggelli e Diaz, 1982-83) e di prosa ( Il gallo di T. Kezich da V. Brancati, Catania, 1989; In portineria di Verga, Catania, 1990; Il libro di Ipazia di M. Luzi, Milano, 1995). È aperto a sollecitazioni eterogenee, come nei Pagliacci di Leoncavallo (1968), in cui risolve l’allestimento con una fila di casette naif, oppure ne La condanna di Lucullo di P. Dessau, (Milano, Scala, 1973) in cui sfrutta la concretezza di ripiani, scale e sfondi realistici. Di recente collabora con G. de Monticelli ( Nathan il saggio di Lessing, 1992; Enrico V di Shakespeare, 1993) e con L. Squarzina ( Sul lago dorato di E. Thompson, Milano 1988; Liolà di Luigi Pirandello, Benevento 1990). Con G. Mauri presenta un Riccardo II di Shakespeare (Trieste, Teatro Politeama, 1991) ammorbidendo con flessuosi sipari di velluto la rigidezza di una tavola di legno al centro della scena. Gli ultimi lavori sono per R. Graziosi: L’ospite d’onore di R. Battaglini e Giorni felici nella camera bianca sopra il mercato dei fiori di R. d’Onghia (Milano, Teatro Studio, 1995).