Bracco

Fu critico teatrale e musicale del “Corriere di Napoli”. Le sue critiche raccolte nel volume Tra le arti e gli artisti (Napoli, 1923), si apprezzano per lo stile brillante e per la costante attenzione rivolta alle nuove poetiche teatrali che si affermavano in Europa. È deputato d’opposizione dal 1923 sino al 1928. L’avversione al regime fascista e le simpatie socialiste, che ebbero concreta espressione in molti lavori drammatici, gli costarono la quasi completa emarginazione dalla vita teatrale pur essendo stato uno degli autori più apprezzati all’estero e in patria. Le sue opere contribuirono non poco a rinnovare drammaturgia e stile di recitazione del teatro della Belle Époque, e fecero parte del repertorio dei maggiori attori italiani: la Talli-Gramatica-Ruggeri-Borelli portò al successo La piccola fonte (1905), mentre Giovanni Grasso fu indimenticato interprete di Sperduti nel buio così come Ruggeri lo fu di Piccolo santo , da molti ritenuto il suo capolavoro. B., la cui scrittura è radicata sulla solida struttura delle pièces bien faites , è considerato l’epigono italiano di Ibsen e uno dei capifila della `poesia dell’inespresso’ dove la psicologia dei personaggi è restituita attraverso una sapiente trama di allusioni che viene ricondotta a matrici simboliste. Si ricordano inoltre: Don Pietro Caruso (1895), Maternità (1903) e Notte di neve (1905).