Borovskij

Esordisce con Le malelingue di E. De Filippo (regia di I. Molostova, 1956) al Teatro Lessa Oukrainka di Kiev, dove è attivo fino al 1967, quindi lavora a Sofia, Leningrado, Budapest e nei maggiori teatri di Mosca. La svolta decisiva è però l’incontro con J. Ljubimov, con cui realizza Al gran sole carico d’amore di Luigi Nono (Milano 1975), che segna l’inizio del rapporto più proficuo della sua carriera (altre collaborazioni importanti sono con L. Kheifets e O. Eframov). Curiosa la vicenda della Dama di picche di Cajkovskij all’Opéra di Parigi (1977-78), il cui allestimento, proibito dall’Unione compositori di Mosca, avviene solo nel 1990; memorabile il Boris Godunov di Musorgskij (costumi di J. Ljubimov, Milano, Scala 1979), concepito dallo scenografo come una gigantesca icona, con una struttura a più piani che ospita il coro. Nonostante si occupi anche di prosa ( Amleto di Shakespeare, Lester, Teatro Ville 1989; Medea di Euripide, Mosca, Teatro Taganka 1995), i riusciti allestimenti per la Chovanscina di Musorgskij (Scala 1981), il Don Giovanni di Mozart (Budapest 1983), L’amore delle tre melarance di Prokof’ev (Monaco 1991), la recente Lady Macbeth del distretto di Mcensk di Šostakovic (regia di L. Dodin, Firenze 1998) e la già programmata Mazepa di Cajkovskij (regia di L. Dodin, Scala 1999) rivelano il suo talento per il teatro musicale.