Bonos, I

Più applauditi all’estero che in Italia, assai apprezzati da registi importanti (Fellini, Strehler, Garinei) i tre fratelli Gianni, Vittorio e Gigi, figli e nipoti d’arte (avi circensi), hanno fatto ogni genere di spettacolo: circo (allievi del mitico Grock), music-hall, cabaret, pantomima, avanspettacolo. Tra i loro autori, un giovanissimo Federico Fellini che campava vendendo sketch tra le quinte di cinema-teatri. Scrisse di loro Alessandro Ferraù: «Non è sulla scena un trio di danze, o un trio di acrobati, o un trio di comici o un trio di canzonettieri. È tutto questo o niente di tutto questo…». Negli anni Quaranta si esibiscono a Broadway e a Londra dove recitano al Palladium davanti ai reali inglesi e poi, per venti settimane, nella rivista Crazy Gang . A Parigi, diventano partner di Chevalier e di Mistinguette. Nel 1948-49, i tre fratelli presentano al Supercinema di Roma, in avanspettacolo, Superspettacolo Bonos . Come slogan, una battuta: «Gianni? È polenta». A Roma, stagione 1949-50, nel varietà New York-Londra-Parigi di Williams: «Finalmente niente politica, niente sconcezze» annota il critico, lodando l’«attrazione internazionale» i tre B., qui con Antonella Steni, di scena al Quattro Fontane. Si replica la stagione successiva, sempre al Quattro Fontane di Roma e sempre con Antonella Steni, in Bagatelle , rivista «piuttosto elegante». Si scioglie il trio, continua a lavorare, superstite, Gigi B., che fa il maggiordomo gay in Le sei mogli di Erminio VIII con Macario, con canzoni di Arturo Testa (1965-66). Gigi B. ha messo a punto un `carattere’ che poi replicherà spesso: un’espressione stolida e attonita, una balbuzie insistita e, soprattutto, un’`entrata’ in scena con incespicata, che strappa puntualmente l’applauso di sortita.