Bonacelli

Interprete autorevole e dotato di grande duttilità ha svolto un’intensa carriera dividendo i suoi impegni principalmente tra il cinema, il teatro e, più raramente, la tv. Appena diplomato all’Accademia d’arte drammatica di Roma, Paolo Bonacelli debutta in Questa sera si recita a soggetto , regista V. Gassman (1962); è poi allo stabile di Genova (1963) in Il diavolo e il buon Dio di Sartre, diretto da L. Squarzina e in coppia con Carlotta Barilli fonda la compagnia del Porcospino, a Roma, dove presenta testi di Moravia ( Il mondo è quello che è , al festival di Venezia), Il matrimonio di V. Gombrovicz e Commedia ripugnante di una madre di Witkiewicz Nel 1982 recita in Amadeus di Peter Shaffer per la regia di Giorgio Pressburger e l’anno dopo è al Teatro stabile di Torino in La casa dell’ingegnere di Siro Ferrone (regia di Beppe Novello). Sotto la direzione di M. Missiroli affronta un classico della prosa come Il malato immaginario (1985) e nel 1986 torna a collaborare con Ferrone e Navello in una delle sue prove migliori: Sogno di Oblomov , da Goncarov. Ricordiamo anche la sua partecipazione all’adattamento di Guido De Monticelli di Il ratto di Proserpina (1986) di Rosso di San Secondo, allestito ai Ruderi di Gibellina e Le miserie d’ monsù Travet (1987) di V. Bersezio per la regia di U. Gregoretti allo Stabile di Torino. Nel 1988 recita in Niente da dichiarare? per la regia di Gigi Dall’Aglio a cui seguono Tradimenti di H. Pinter (1989), Il giuoco delle parti (1991), Una solitudine troppo rumorosa di Bohumil Hrabal per la regia di G. Pressburger (1992). Più recentemente ha offerto una strepitosa interpretazione in Terra di nessuno di Pinter (1994), seguita da La Mandragola (1996) per la regia di M. Missiroli. Al cinema tra le sue numerose partecipazioni può essere ricordata l’esilarante prova offerta in Johnny Stecchino (1991) di R. Benigni.