Bluette

Inizia giovanissima a calcare la scena del caffè concerto dove si fa notare per la sua avvenenza più che per le qualità artistiche. Nel 1914 è vedette negli spettacoli della ditta Eugenio Testa-Giovanni Manca e già nel dopoguerra padroneggia il ruolo di personaggio capriccioso e sensuale, ricco di un erotismo sfrenato più recitato che reale, con precisi riferimenti a un concetto di sessualità molto piccolo-borghese. È lei a ispirare a Ripp la celebre canzone Creola (1926), è lei a ideare per prima la scena della soubrette circondata da uno stuolo di eleganti boys, è lei che nel ’28 importa da Parigi l’uso della passerella nella rivista. Nei primi anni ’20 contende ad Anna Fougez la palma di femmina fatale del tabarin con canzoni maliziose e abbigliamenti impudichi in spettacoli come Gatte di lusso e Donne, ventagli e fiori . Quando il genere inizia a decadere si dedica all’operetta, sempre applaudita e desiderata dal pubblico maschile. Lo sfarzo rimane la costante stilistica di tutti i suoi spettacoli anche negli anni del declino ( Poesia senza veli , Il ratto delle cubane ), tanto che ancora nel ’35 la sua tournée registra una serie infinita di esauriti. Nella compagnia che dirige in prima persona mette sotto contratto solo comici importanti (Macario è nella sua compagnia dal 1925) e attori di richiamo come Nuto Navarrini. Questi diventa suo compagno anche nella vita e in extremis si unisce a lei in matrimonio.