Bianchi

È proprio vero che, come dicevano i greci, noi portiamo il nostro destino nel nome. Regina Bianchi esordì, appena sedicenne, interpretando nella compagnia del grande Raffaele Viviani il ruolo della Reginella di Campagna napolitana . E regina, di nome e di fatto, è stata poi nel corso di tutta la sua carriera: per una sorta di aristocratico distacco dalle battute, spesso gravate dall’opzione del sentimentalismo, che le toccava pronunciare. D’altronde, forse non per caso, a parte le imposizioni del fascismo, lei, napoletana d’adozione e di cultura, decise di scambiare il suo cognome anagrafico, d’Antigny, con quello portato, sì, dalla propria nonna paterna, ma soprattutto dalla Brigida Bianchi che, corrente il Seicento, si distinse ad un tempo come squisita commediante e, addirittura, autrice di sonetti, madrigali, canzoni, stanze e dialoghi per musica considerati perfino da Corneille, Racine e Molière. Senza alcun dubbio, c’è tutto questo dietro la galleria di personaggi eduardiani disegnati con impareggiabile sapienza da Regina B.: dalla gelida Filumena Marturano all’intrigante Teresa di Ditegli sempre di sì , dalla cupa e amara Amalia di Napoli milionaria! all’imponderabile Armida di Questi fantasmi! E d’altronde, proprio una simile capacità di stilizzazione ha consentito alla B. di cimentarsi, e sempre con risultati notevoli, anche nel repertorio, lontanissimo da quello napoletano, costituito da autori come Lorca, Pirandel-lo, Brecht, Goldoni, Maeterlinck e Hochhuth.