Besozzi

Dopo aver debuttato appena diciottenne, Nino Besozzi fu in importanti compagnie accanto a V. Vergani, L. Cimara, L. Almirante, A. Pagnani, e ancora con Melnati e De Sica. Partecipò anche (1924) alla bella avventura milanese del Teatro del Convegno diretto da E. Ferrieri. Il successo gli arrise presto interpretando ruoli sia drammatici sia brillanti. Quanto ai primi, si distinse particolarmente in Lulù di Bertolazzi e – forse la sua prova più impegnativa – in Il magnifico cornuto di Crommelynk. Fu tuttavia nel genere brillante che si impose a partire dal 1938, tenendo per alcuni anni il monopolio delle simpatie popolari (questo anche al cinema, che a lungo lo legò a sé): una comicità caratterizzata da un che di flemmatico, e che giocava volentieri con la voce (gustosi certi suoi effetti nasali). Oltre alla prosa avvicinò la rivista, proponendosi anche come autore (Lo zio di Milano , in collaborazione con Delio Siesto) senza però ottenere risultati di rilievo. Nel corso della sua carriera tentò anche di riportare sulle scene il repertorio del grand-guignol. Negli ultimi anni fece fugaci apparizioni in televisione.