Bertini

Una delle prime grandi dive del cinema italiano, Francesca Bertini esordisce giovanissima in teatro: sembra già nel 1899 al Teatro Nuovo nella compagnia di Serafino Renzi con il nome di Franceschina Favati o, secondo altri, nel 1904, sempre al Nuovo, come Cecchina (Checchina) Francesca Bertini, ma la sua carriera è tutta cinematografica. Ugualmente incerto l’esordio sul grande schermo che, per l’attrice, risalirebbe al 1908, con La dea del mare , mentre per altri (Prolo, Falena) al 1910 con Il Trovatore . Prima apparizione certa della B. è con Il pappagallo della zia Berta (1912, Prod. Celio), ma in L’histoire d’un Pierrot (1913, Prod. Celio, regia di Negroni) si evidenzia la maschera tragica che avrebbe reso celebre Francesca Bertini Il passaggio dell’attrice alla casa di produzione Caesar dell’avvocato Barattolo, ne fa una diva: grazie a una potente campagna pubblicitaria che la attira all’attenzione del pubblico e della stampa. Francesca Bertini si impone come stella in film come Nelly la gigolette (1914) e, soprattutto, Assunta Spina dal testo di Salvatore Di Giacomo (1915, regia di Gustavo Serena). Già dal 1916 la recitazione della B. si caratterizza in stilizzazioni dalla forte impronta decadente tipica del dannunzianesimo del tempo (ad esempio Fedora , 1916). In seguito ai suoi successi nel 1918 viene fondata la Bertini Film, casa di produzione che, però, non ebbe grande fortuna. La B. assume, quindi, il ruolo di donna bella, fatale ed ambigua in pellicole come La donna nuda (1918), La piovra , Serpe , I sette peccati capitali (1920-21), che furono però degli insuccessi commerciali e che portarono al mancato rinnovo del contratto della B. con la Caesar di Barattolo. Dopo aver sposato il conte Paolo Cartier, la B. lavora in Germania, Francia e Spagna (fino agli anni Cinquanta in La dama dalle camelie , Tosca) e le sue apparizione cinematografiche si fanno sempre più rare (compare, ad esempio, in Novecento , 1976, di B. Bertolucci).