Berliner Ensemble

All’inizio il teatro Berliner Ensemble voluto da Brecht e da sua moglie, l’attrice Helene Weigel, non ha una sede fissa ed è ospitato ai Kammerspiele del Deutsches Theater. Solo nel 1954 Brecht può avere uno spazio suo al Theater am Schiffbauerdamm, dove un tempo ha operato anche Max Reinhardt. Il sipario, che verrà alzato su Madre Coraggio e i suoi figli (regia di Brecht e di Engel, scene di Teo Otto, protagonista principale la Weigel), porta dipinta la colomba della pace di Picasso. Qui «lo scrittore di drammi» come ama definirsi ha modo di rappresentare non solo i suoi testi ma anche gli adattamenti di classici (per esempio Coriolano di Shakespeare) secondo i dettami di un teatro antillusionistico nel quale si crei un rapporto fra palcoscenico e platea fondato non sul potere magico dell’identificazione quanto sulla capacità degli attori, attraverso la recitazione epica e il cosiddetto `effetto di straniamento’, di fare nascere nel pubblico un riflessione, un pensiero. Alla morte di Brecht nel 1956 il Berliner Ensemble è diretto da Helene Weigel, poi da Manfred Wekwerth, e in seguito da Ruth Berghaus dando spesso l’impressione di arroccarsi su di un antico splendore. Atteggiamento di conservazione certo legittimo che frena però, anche per i frequenti veti incrociati degli eredi, un effettivo rinnovamento malgrado l’indubbia bravura dei suoi attori fra i quali spicca Ekkehard Schall, genero di Brecht. Alla caduta del muro il Berliner della riunificazione conosce un cambiamento a tappe forzate. In mano a un direttorio formato da Peter Palitzsch, Peter Zadek, Heiner Müller, allo scioglimento del triumvirato a dirigerlo resta il solo Müller fino alla morte avvenuta nel 1996. Per un breve periodo l’attore principale del Berliner, Manfred Wüttke, prende il posto di Müller, per abbandonarlo presto. In crisi per mancanza di finanziamenti, in forse anche sulla propria sede i cui muri sono stati venduti dalla proprietà (un privato) a Rolf Hochhuth, autore del discusso Il vicario, il Berliner ha comunque già scelto il direttore dei prossimi anni: il regista tedesco Claus Peymann.