Bentivoglio

Dopo aver studiato nel 1976-77 alla Scuola del Piccolo Teatro di Milano, Fabrizio Bentivoglio esordisce nel ’78 con due spettacoli, Timone d’Atene , regia di Carlo Rivolta e La tempesta , regia di Strehler al Piccolo Teatro di Milano, che lo rivelano immediatamente come uno dei più duttili e dotati attori della nuova generazione. Nel 1979 recita al Teatro Quirino di Roma ne I parenti terribili di J. Cocteau, diretto da Franco Enriquez e l’anno dopo è sempre nella capitale, all’Eliseo, in Prima del silenzio con la regia di G. Patroni Griffi. Seguono L’avaro (1981), regia di M. Scaccia, e, ancora sotto la direzione di Patroni Griffi, Gli amanti dei miei amanti sono miei amanti (1982), Metti una sera a cena (1983) e D’amore si muore (1985), tutti testi del regista. La sua ultima fatica teatrale è Italia Germania 4 a 3 (1987) di Umberto Marino, regia di S. Rubini, lavoro che Bentivoglio interpreterà anche sul grande schermo nel 1989 con la regia di A. Barzini. Al cinema ha lavorato in più di venti pellicole, esordendo nel 1980 in La storia vera della Signora dalle camelie di M. Bolognini. Da ricordare anche Marrakesh Express (1988) e Turné (1989) di G. Salvatores assieme al quale fu co-sceneggiatore del secondo; Un’anima divisa in due di S. Soldini, Le affinità elettive (1995) dei fratelli Taviani. Ultimamente ha lavorato con il regista greco T. Anghelopulos in L’eternità è un giorno (1998).