Barzizza

Figlia di Pippo, il più popolare direttore d’orchestra del dopoguerra, Isa Barzizza è cresciuta negli anni difficili e delle notti lunghe di paura della guerra. Appassionata del palcoscenico, figlia d’arte, Isa era chiamata dalle compagnie di prosa che sapevano della sua passione per il recitare e avevano bisogno di una bambina in scena, quando abitava a Torino: fu così al fianco di Elsa Merlini in La signora Morli, una e due di Pirandello a soli sette anni, poi provò anche l’emozione di stare vicino a Ruggeri nel Titano e di dividere la scena con i fratelli De Filippo. È stata però veramente lanciata giovanissima da Erminio Macario in Le educande di San Babila di Amendola con le tre Nava e poi in Follie di Amleto (1947-48), dove il comico era il principe scespiriano e la bella Isa una inedita Ofelia spesso senza veli e magari rossa di vergogna. Richiesta per il teatro, suo desiderio naturale, la signorina B. dovette però faticare non poco per convincere la famiglia che la rivista era la sua strada: le diede un contributo la nonna, col suo lasciapassare e alcune raccomandazioni di quotidiana moralità. «In questo modo» ricorda oggi l’attrice «fui l’unica soubrette ad avere per tre anni una governante al seguito, nei camerini come al ristorante, mentre a diciotto anni, si sa, piace la libertà». Carina, un po’ coquette, un po’ viziata, Isa, col suo corpo splendido, divenne presto la beniamina del `pubblico degli ingressi’ del dopoguerra italiano, popolare nel frattempo anche per molti film comici. L’altro suo `padrino’ teatrale, dopo Macario, fu Totò, cui fece da partner anche nel cinema, e con cui recitò in teatro in C’era una volta il mondo di Galdieri accanto alla Giusti (1947-48) e in Bada che ti mangio (1948-49) accanto a Mario Riva e Diana Dei. Totò le insegnò tutti i segreti dei tempi comici, il contatto col pubblico, i segreti del mestiere: lo sketch famoso del vagone letto (che concludeva anche Totò a colori ) vedeva coprotagonista la Barzizza ed è lei a ricordare che la prima volta che fu recitato durava sette minuti, mentre poi si allargò fino ai 50′. Altri tempi, altri lussi, altri sorrisi, altre risate: la B. era audace, portava in passerella i due `puntini’, ma non era l’unica, o tre rose ricamate nei punti strategici (in Follie di Amleto ). Nel 1951-52 la scoprono Garinei e Giovannini che la mettono al fianco di due attori di razza come Viarisio ed Elsa Merlini, oltre al Quartetto Cetra e le Bluebell, in Gran baldoria , stagione 1951-52, gran successo, motivi di Kramer, scene di Coltellacci, profumo di Broadway. Negli stessi anni prova anche l’ebrezza della prosa recitando lo Shakespeare di Le dodicesima notte diretta da Renato Castellani e apparendo poi spesso nel teatro brillante allestito per la tv. Nel 1955-56 è anche la protagonista di una commedia musicale ante litteram, Valentina , di Marchesi e Metz, con Isa Pola, Viarisio, Franco Scandurra e Alberto Talegalli, fantastoria d’amore di due fidanzati che fanno un salto in avanti nel tempo. Nel 1957 finisce il primo tempo e la B. lascia il teatro per motivi familiari (nel giugno del 1953 sposa il regista tv Alberto Chiesa il quale morirà poi in un incidente nel ’60 che ebbe violenti strascichi). Ci ritorna trent’anni dopo, essendosi occupata di direzione di doppiaggio e di tv: la aspetta, come sempre, il genere brillante ( La pulce nell’orecchio di Feydeau e Arsenico e i vecchi merletti , dal ’91 al ’93, Una bomba in ambasciata di Woody Allen nella stagione 1997-98, sempre con Beppe Glejesees e Le sorelle Materassi accanto alla Masiero nel 1998-99), ma figura anche deliziosa nel ruolo della zia di Gigì nel musical diretto da Filippo Crivelli (1995-96). Il curriculum cinematografico vanta 55 titoli, il primo è I due orfanelli di Mattoli, spesso al fianco dei comici di rivista che l’avevano lanciata sulla passerella, ma non c’è alcun titolo che la metta in evidenza, meno in Gran varietà dove canta un blues con un vestito nero di raso con lo spacco.