Barberio Corsetti

Rappresentante di punta del teatro di ricerca in Italia, Giorgio Barberio Corsetti ha fondato nel 1976 la compagnia La Gaia Scienza, dal titolo dell’omonimo saggio di regia con il quale si è diplomato nel 1975 presso l’Accademia d’arte drammatica `S. D’Amico’. Dopo una serie di spettacoli originali e di successo, l’ultimo è Cuori strappati (1984), l’artista romano scioglie la compagnia e forma un nuovo gruppo che porta il suo nome. Alla Biennale di Venezia del 1984 la Compagnia teatrale di Giorgio Barberio Corsetti presenta Il ladro di anime e nel 1986 mette in scena Diario segreto contraffatto . Nel 1985 Giorgio Barberio Corsetti inizia la fase sperimentale del video nella drammaturgia teatrale e, in collaborazione con lo Studio Azzurro di Milano, realizza Prologo a Diario segreto contraffatto (1985), prima parte di una trilogia sperimentale che si completa successivamente con Correva come un lungo segno bianco (1986) e con La camera astratta (1987, premio Ubu per il video-teatro). Il 1988 vede la compagnia impegnata in un progetto elaborato dallo stesso Giorgio Barberio Corsetti, che porta alla messa in scena di una trilogia di racconti brevi che punta su una forte astrazione e cerca di esprimere le tensioni della scrittura e dell’universo poetico di Kafka: Descrizione di una battaglia (1988), Di notte (1988), Durante la costruzione della muraglia cinese (1989). Nel 1990 con Il legno dei violini , di cui è autore e regista, Giorgio Barberio Corsetti vince il premio Idi per la regia e il premio della critica come miglior spettacolo. Dopo la trilogia sui racconti brevi, l’artista romano rivolge nuovamente il suo interesse all’autore praghese realizzando una riscrittura di America (dall’omonimo romanzo incompiuto del 1912), spettacolo itinerante di forte carica narrativa e di grande attenzione ai personaggi. Il protagonista, Karl, percorre (insieme agli spettatori, ignari di questa performance improvvisata che li vede co-protagonisti) un itinerario attraverso i luoghi della città, alla ricerca della sua identità nel mondo. Con Americ, viaggio metaforico alla ricerca del sé, Giorgio Barberio Corsetti realizza un inedito rapporto con la parola proponendola a volte come testo primo, altre come commento stesso all’azione, che riporta alla tensione letteraria della scrittura kafkiana. Nel 1993 l’autore inizia un suo percorso personale intorno al Faust di Goethe di cui ne è primo risultato Mefistofele, studi, schizzi e disegni per un Faust privato (1995), che si conclude con la messa in scena di un Faust (1995), sottratto agli schemi tradizionali e rivisitato in termini originalissimi, nel quale il video conquista il ruolo scenografico grazie a monitor su carrelli che scorrono lungo l’intero spazio scenico e proiettano l’immagine di personaggi che dialogano con la loro effigie vera.

Interprete, autore e regista dello spettacolo, Giorgio Barberio Corsetti mette anche l’accento sulle musiche che spaziano dall’opera alla rivista, al cabaret, per attualizzare l’ambiguità di un personaggio sospeso tra magia e quotidianità. La nascita della tragedia-un notturno (1996), spettacolo pensato in forma di viaggio attraverso il tragico nella città, che vede la partecipazione di Franco Citti nel ruolo del `padre cieco’, è una bellissima performance nel cuore cattivo della metropoli che ridefinisce il senso del teatro; una sorta di pellegrinaggio necessario dentro la tragedia del vivere contemporaneo che coinvolge gli spettatori nei luoghi della città e si conclude all’interno del teatro, lo spazio dell’Acquario, luogo dell’eterna rappresentazione dell’esistenza. Lo spettacolo segna la conclusione del primo `Progetto acquario teatro laboratorio’, l’attività di spettacolo affidata a Giorgio Barberio Corsetti dal Comune di Roma. Fra l’immaginario urbano di oggi e l’universo poetico di antiche storie calate nella magia dei testi vedici indiani, prende forma Notte (1998): l’universo di riferimento è composto dalla memoria delle origini, memoria di antichi testi sacri e racconti mitologici. I personaggi, metafora dell’umanità (un poeta, un giocatore, una ragazza, tre vecchie donne, delle madri, un padre, un giudice, un giovane uomo), si incontrano come ombre nella notte metropolitana e ritrovano una scintilla, una piccola illuminazione che li mette in contatto con la parte più intima di se stessi, in relazione con quella zona segreta laddove gli esseri si toccano profondamente e le loro vicende (che prendono il linguaggio antico dei Veda, i testi sapienziali indiani) assumono connotazione universale, incrocio tra passato e presente. Nel 1997 per la prima volta Giorgio Barberio Corsetti lavora su un testo di Pirandello firmando la prima messa in scena assoluta in Portogallo di I giganti della montagna al Teatro Nacional di San João di Oporto, mentre per l’Expo di Lisbona progetta una macchina scenica che, insieme a quella realizzata da altri artisti e altri gruppi catalani (come la `Fura dels Baus’), partecipa a Peregrinacão , l’evento itinerante dedicato dall’esposizione universale al viaggio e al pellegrinaggio nell’ultimo scorcio del secolo. Il processo da Kafka, l’ultimo spettacolo di Giorgio Barberio Corsetti in Italia, ha debuttato a Palermo in occasione del Festival sul Novecento nell’ottobre del 1998.