Aymé

Nel 1932 scrive per il teatro Luciana e il macellaio (Lucienne et le boucher), che a lungo è considerata irrappresentabile. Solo nel 1948 il testo è messo in scena al Vieux-Colombier, dove riscuote un discreto successo. Da questo momento A. si dedica quasi esclusivamente al teatro. Nel 1950 scrive Clérambard , dal nome del protagonista, un gentiluomo di campagna avaro e brutale, che in seguito all’incontro con San Francesco si converte alla carità e all’umiltà. A questo seguono altri lavori fondamentali: Vogue la galère (1951) e La testa degli altri (La tête des autres, 1951), una satira feroce della giustizia, che attira le proteste della magistratura francese. Un condannato a morte, riuscito a evadere, scopre che l’amante del magistrato che lo ha condannato è la donna che avrebbe potuto scagionarlo. Nel 1952 con Gli uccelli di luna (Les oiseaux de lune) attacca i regimi dittatoriali, che degradano gli uomini fino a trasformarli in uccelli. A. riesce a conciliare il suo feroce umorismo sulla realtà contemporanea con le atmosfere irreali delle fiabe. Solo nei lavori migliori, però, il passaggio dal registro comico a quello lirico risulta armonico. Un viaggio negli Usa gli suggerisce due pièces La mosca blu (La mouche bleue; 1957) e Louisiane (1961), in cui critica lo stile di vita nord-americano. Adatta per le scene francesi alcuni testi di Arthur Miller: Il crogiolo (1954) e Uno sguardo dal ponte (1958). Ultima sua commedia è La Convention Belzébir (1967) solo qualche mese prima della sua improvvisa scomparsa.