Asti Teatro

Mimo e pantomima sono i primi generi accolti nel festival Asti Teatro, con i Colombaioni, Pierre Byland e Mareike Schnitker; vita la sua apparizione il Magopovero, giovanissima compagnia locale (oggi Casa degli Alfieri). Quindi la danza, con Lindsay Kemp, Wolfgang Neuhausen, Maurice Béjart; e, in parallelo, anche la prosa con Franco Parenti, il Gruppo della Rocca, Carlo Cecchi, Glauco Mauri, Benno Besson, Giorgio Albertazzi e una quasi esordiente Elisabetta Pozzi. In queste prime rassegne-confronto (non era ancora stata assunta la denominazione `festival’) passa di tutto: dal Magic Circus di Jérôme Savary ai giapponesi Sankai Juku, dal Boston Ballet alla ricerca di Remondi e Caporossi. A partire dal 1985, invece, e per i successivi quattro anni, Asti si caratterizza per la scelta monografica della drammaturgia contemporanea; qualche titolo: La serra di H. Pinter, La guida di B. Strauss, Festa al celeste e nubile santuario di E. Moscato, Naja di A. Longoni, La notte è madre del giorno di L. Noren, Alla meta di T. Bernhard, La missione di H. Müller, Regina Madre di M. Santanelli, Bent di M. Sherman, Vero West di S. Shepard. Tutto questo prosegue fino al 1990, quando il festival inaugura un nuovo periodo: è l’epoca del cabaret, delle serate di poesia, accanto alla proposta di testi quali L’aumento di G. Perec, Totò principe di Danimarca di L. de Berardinis, Passione secondo Giovanni di A. Tarantino, Jubil&aulm;um di G. Tabori, Lezioni di cucina di un frequentatore di cessi pubblici di R. D’Onghia e Novecento di A. Baricco. Negli ultimi due anni (1997-98), con la direzione della Casa degli Alfieri, si tenta una strada ancora diversa: quella della ricerca e dello sguardo alle produzioni teatrali internazionali, dagli sloveni Koreodrama alla meditazione zen di Yoshi Oida, dalla tradizione dei clown russi (Derevo e Slava Polunin) allo shock estetico del Giulio Cesare della Raffaello Sanzio, dalle suggestioni della danza katakhali ai canti ebraici di Moni Ovadia. È l’antica formula della rassegna-confronto che si arricchisce di nuovi elementi, che propone la contaminazione tra le arti della scena, che tenta di scrivere una storia ancora misteriosa.