Arletty

Emblema della parigina non raffinata, ma spregiudicata, dotata di spirito e fascino, Arletty, operaia e poi indossatrice, debutta sul palcoscenico dei Capucines nel 1920. Specializzata in ruoli brillanti, eccelle nell’operetta, la rivista e la commedia (Fric Frac di Bourdet, 1936), grazie anche alla sua indiscussa bellezza. Tenta il dramma, ottenendo grande successo nel 1949 con Un tram che si chiama desiderio di T. Williams, nella celebre riduzione francese di J. Cocteau. Il cinema immortala il suo volto, simbolo di un’avvenenza sicura e aggressiva; le migliori prove nascono dalla collaborazione con Marcel Carné, che la dirige in Alba tragica (Le jour se lève, 1939), L’amore e il diavolo (Les visiteurs du soir, 1942) e soprattutto in Amanti perduti ( Les enfants du paradis , 1945), dove interpreta la sensuale Garance accanto a Jean-Louis Barrault.