Antoni

È nota per le sue performance di spaesamento e di critica all’interno della imagerie cosmetica della pubblicità e della televisione dove la donna è una provocante bambolona-feticcio sessuale servile e stupida. A. non agisce attraverso una violenza parossistica performatica, tutto è dispiegato in gesti minimali, automatismi reiterati, banali e di una nevrosi quotidiana (leccare, mordere): Gnaw (1992) A. morde due cubi di strutto e cioccolato (Chocolate Gnaw e Lard Gnaw) di 270 kg e con i quali, alla fine, modella cuoricini di cioccolato e rossetti per labbra; Lick & Lather (1993), opera costituita di 14 busti-autoritratti (7 di cioccolato e 7 di sapone) a cui l’artista elimina leccandoli gli occhi, le orecchie e la bocca; Eureka (1993) imbragata, viene immersa dai collaboratori in una vasca da bagno colma fino all’orlo di strutto, e quest’ultimo che fuoriesce durante l’immersione è utilizzato per fabbricare un cubo di sapone che le serve per lavarsi; Slumber (1994), al Kunsthaus di Zurigo, A. dorme su un letto ed è collegata a degli elettrodi che registrano la sua attività cerebrale che, tramite uno speciale decodificatore, viene trasmessa a un telaio che tesse una lunghissima `coperta di sogni’ dell’encefalogramma (per esempio, la fase Rem si materializza in un filo colorato); Loving Care (1995) l’artista immerge la testa in un grande contenitore con tintura di capelli e pulisce con essi il pavimento della galleria.