Annicelli

Di solida formazione tradizionale, dotato di uno stile e di una misura esemplari, Corrado Annicelli non riuscì mai a diventare un protagonista assoluto. E tuttavia arrivò, puntualissimo, all’appuntamento con alcuni degli spettacoli più emblematici del secondo dopoguerra napoletano dopo aver militato in compagnie primarie dalla Ferrari-Carini ( O di uno o di nessuno , 1930) alla Abba ( Come tu mi vuoi , 1953). Intanto, partecipò nel ’67 a quel Napoli: notte e giorno che, diretto da Patroni Griffi, può essere considerato, per parafrasare un’espressione corrente, come il `padre’ di tutti gli spettacoli su Viviani allestiti dopo la sua morte: A. v’interpretava il personaggio di Don Alfonso, l’accompagnatore e impresario del complessino di suonatori ambulanti de La musica dei ciechi . Fu poi un insinuante e ambiguo Giulio Genoino nell’altrettanto mitico Masaniello di Elvio Porta e Armando Pugliese. E, infine, mette conto di ricordare il personaggio del maestro di musica, marito in scena di Pupella Maggio, al quale diede vita – per la regia di Francesco Rosi – nella commedia dello stesso Patroni Griffi In memoria di una signora amica . Nel suo curriculum anche il teatro leggero, con alcune gustose caratterizzazioni al fianco di Nino Taranto.