Aglioti

Fondatore del teatro La Maschera insieme a Memé Perlini (Candore giallo, 1974; Otello, perché? , 1974; Locus solus , 1976), Antonello Aglioti ne diviene presto uno dei riferimenti fondamentali, anche in qualità di coautore (Tradimenti-Azione , musica di P. Maxwell Davies, Montepulciano 1976). L’impiego di colori forti, di oggetti significanti (come le lavagne luminose o a specchio) e di spazi di vita quotidiana definisce il suo stile energico, giocato su antitesi vigorose. Così è per la rielaborazione dell’ Eliogabalo di Artaud (1981), che offre un acuto recupero dell’immagine attraverso dissolvenze e contrasti luminosi; così anche per Intorno a Garibaldi (Roma 1982), allestito lungo il Tevere, su otto zatteroni che raccontano gli episodi della vita dell’eroe dei due mondi. Dopo vari spettacoli con Perlini (Cartoline italiane , 1984; Molly Bloom , 1984; L’uomo dal fiore in bocca e All’uscita di Pirandello, 1987), A. ha perseguito la propria poetica `della distruzione’, che ripropone di continuo nuove forme e valori, in altri contesti (Giovanna d’Arco di E. Isgrò, 1989); ha esordito anche come regista (Il giardino dei ciliegi di Cechov, Roma, Teatro La Piramide 1989; da cui ha tratto un film, 1993).