Acconci

È una delle colonne portanti della performance negli Usa. Vito Acconci vede il corpo come teatro di pulsioni esibizionistiche e istintuali, comportamenti estremi e introspezione su di sé in rapporto alle convenzioni e ai tabù della società e della cultura dominanti: in Fall (1969) Acconci cade in avanti ripetutamente nel tentativo di prendere una fotografia; Following Piéce (1969) è una performance della durata di un mese in cui l’artista americano segue ogni giorno una persona per strada scelta a caso; in Trademark (1970) Acconci si morde tutte le parti del corpo raggiungibili dalla sua bocca; in Soap and Eyes (1970) l’artista si copre gli occhi con acqua e sapone che tenta di pulire sbattendo le proprie palpebre; Conversion (1970) è la performance in cui Acconci focalizza il discorso sull’identità sessuale bruciandosi i peli del petto e nascondendosi il pene tra le cosce continuando a fare gesti quotidiani; in Proximity Piéce (1970) Acconci opera in un museo (luogo ad alto contenuto simbolico in cui i visitatori recitano un ruolo prestabilito sul piano della sola partecipazione visiva) avvicinandosi e toccando alcune persone; in Pier Piece (1970) Acconci aspetta ogni notte su una banchina abbandonata tra West Street e Park Place qualcuno reclutato tramite una inserzione sul giornale a cui confida segreti su se stesso molto intimi; in Seedbed (1972) l’artista si masturba per tutta la durata della mostra (alla Galleria Sonnabend di New York) sopra una piattaforma sopraelevata e nascosto al pubblico che sente soltanto la sua voce amplificata durante l’atto masturbatorio. Acconci ha detto che l’ultima funzione che vede per l’arte è quella di perdere tutte le ipotesi che hanno guadagnato potere e cercare di minarle alla base.