Zweig

La produzione teatrale di Stefan Zweig si richiama alle tendenze del gruppo della Giovane Vienna. Oltre alle tragedie Tersite (Tersites, 1907) e Geremia (Jeremias, 1917), Zweig scrisse diversi altri drammi quali Il volo verso Dio (Die Flucht zu Gott, 1928), ispirato agli ultimi anni della vita di Tolstoj, il divertimento L’amore nasce dall’occasione (Gelegenheit macht Liebe, 1928) e la tragicommedia L’agnello del povero (Das Lamm des Armes, 1930), elegante satira sociale. Le due opere di maggiore impegno sono Volpone (1926), rifacimento in chiave psicologica dell’omonimo lavoro di B. Jonson, e il libretto La donna silenziosa (Die schweigsame Frau, 1935), definito da R. Strauss, per il quale era stato scritto, «il miglior testo per opera comica dopo Le nozze di Figaro». La collaborazione con R. Strauss, che si preannunciava fruttosa, fu bruscamente interrotta dall’avvento del nazismo: la sera della prima la censura impose di togliere il nome di Zweig dalle locandine, essendo egli di madre ebrea; il che non avvenne per volontà del musicista. Ma in seguito l’opera fu bandita dalle sale di Austria e Germania fino al secondo dopoguerra. Dopo aver accettato di lavorare per un breve periodo in incognito, Zweig fu costretto a emigrare, prima a Londra, poi a Parigi e infine in Brasile, dove, incapace di adattarsi alla nuova situazione di esule e, soprattutto, alla fine della sua felix Austria, descritta nella sua accorata autobiografia Il mondo di ieri, si tolse la vita.