Wekwerth

Dopo alcuni allestimenti con un gruppo amatoriale (I fucili di madre Carrar di Brecht) Manfred Wekwerth è chiamato a lavorare al Berliner Ensemble. Allievo, poi assistente e collaboratore di Brecht, con lui firma nel 1954 la sua prima regia (Il cerchio di gesso del Caucaso); assieme a Peter Palitzsch dirige Il furfantello dell’ovest di Synge (1956) e La resistibile ascesa di Arturo Ui di Brecht (1959). Dal 1960 al ’69 è primo regista del Berliner Ensemble; realizza numerosi allestimenti in collaborazione con registi quali Joachim Tenschert e Benno Besson (I giorni della Comune , 1962; Coriolano, 1964; Santa Giovanna dei macelli, 1968). Sue messe in scena, come quella del Riccardo III di Shakespeare o de L’anima buona di Sezuan di Brecht, vengono presentate anche all’estero (Zurigo, Vienna). Chiamato a dirigere (1975) l’Institut für Schauspielregie di Berlino, nel 1977 è nominato intendente del Berliner Ensemble, succedendo a Ruth Berghaus; tra i suoi allestimenti più significativi, Vita di Galilei (1978) e la Turandot di Brecht (1981). Dopo la riunificazione, sotto la pressione del senato di Berlino, è costretto a presentare le dimissioni, malgrado le proteste di molti registi anche occidentali (Peter Zadek tra gli altri); la sua ultima regia al Berliner Ensemble è Schweyk nella seconda guerra mondiale di Brecht.