Toller

Figlio di un commerciante, Ernst Toller studia diritto a Grenoble e nel 1914 torna in Germania per andare volontario in guerra, ma nel 1916 diviene antibellicista. Dimesso dall’esercito a causa di una ferita, si dedica agli studi a Monaco e a Heidelberg. Prende parte alla rivoluzione di novembre a Monaco e ricopre un ruolo importante nel movimento spartachista che porta alla costituzione della Repubblica bavarese dei Consigli nel 1919. Dopo la sconfitta Toller, sostenitore dell’idea di una ‘rivoluzione dell’amore’ e della non violenza, viene condannato a cinque anni di reclusione. Dopo il suo rilascio si reca a Berlino e collabora con la Weltbühne. Nel 1933, all’avvento del nazismo, emigra attraverso la Svizzera, la Francia e l’Inghilterrra negli Usa. La sensazione di fallimento dei suoi ideali di non violenza lo conduce alla depressione, alla rassegnazione e infine al suicidio.

Il suo primo dramma, La svolta (Die Wandlung 1919), testimonia la sua crisi esistenziale, ma vi si riscontra ancora l’apertura alla speranza in un futuro di fraternità tra gli uomini e l’utopia di una società dove le differenze tra le classi sociali verranno superate. Nelle opere scritte in seguito (Uomo massa, Masse-Mensch, 1921; I distruttori di macchine, Die Maschinenstürmer, 1922), la visione del mondo è improntata a un maggiore pessimismo e l’orizzonte storico appare oscurato dall’ombra del fallimento degli ideali. Anche Oplà, noi viviamo! (Opplà, wir leben!), scritto nel 1927 e messo in scena con la regia di E. Piscator, è caratterizzata dallo stesso clima di caduta delle illusioni. L’ultima opera, Il pastore Hall (Pastor Hall), scritta nel 1939, tocca il tema delle persecuzioni naziste. La lingua teatrale di Toller è un esempio significativo della tendenza all’esasperazione propria dello stile espressionista. Altri drammi meno noti che vanno tuttavia ricordati sono: Wotan scatenato (Der entfesselte Wotan, 1923), Risveglio (Erwachen, 1924), Miracolo in America (Wunder in Amerika, 1931), La dea cieca (Die blinde Göttin 1933) e No more peace del 1937.