Tiezzi

Nel 1977 Federico Tiezzi si laurea a Firenze in storia dell’arte. Con Sandro Lombardi e Marion D’Amburgo, fonda Il Carrozzone (noto successivamente come Magazzini criminali e poi, semplicemente, I  Magazzini) che debutta nel 1972 con Morte di Francesco . L’anno dopo, al primo Festival Nuove Tendenze, a Salerno, dirige La donna stanca incontra il sole con cui il gruppo è salutato come esponente di punta dell’avanguardia italiana. Alla poetica `concettuale’ della seconda metà degli anni ’70 vanno rincondotti Presagi del vampiro, Vedute di Porto Said, Studi per ambiente e Punto di rottura, spettacoli-manifesto del lavoro sul linguaggio drammaturgico che darà la notorietà al gruppo in tutta Europa.

Al 1981, dopo l’allestimento di Ins Null (allo stadio olimpico di Monaco, con Hanna Schygulla), risale l’incontro con Fassbinder che filmerà Ebdòmero (spettacolo del ’79, tratto dal romanzo di Giorgio De Chirico) e Crollo nervoso (1980), due degli allestimenti che, insieme a Sulla strada (libera rilettura di Kerouac, Biennale Teatro, 1982) segnano la definitiva consacrazione del gruppo a livello internazionale. Con Genet a Tangeri , Ritratto dell’attore da giovane e Vita immaginaria di Paolo Uccello, tutti allestiti tra il 1984 e il 1985, Tiezzi mette a punto la teoria e la pratica del teatro di poesia che connoterà la produzione artistica del gruppo dalla seconda metà degli anni ’80 in poi. Alla parabola del `teatro di poesia’ appartengono la prima mondiale del Come è di Beckett (premio Ubu per la miglior regia nel 1987) su drammaturgia di Franco Quadri, l’Artaud realizzato lo stesso anno a Kassel, l’Hamletmachine e Medeamaterial di Heiner Müller del 1988.

Nel 1989, torna a Beckett e firma l‘Aspettando Godot prodotto dallo Stabile di Palermo. Intanto dirige un laboratorio di formazione per attori al Metastasio di Prato, lavorando sulla Divina commedia . Tra il 1989 e il 1991, mette in scena le tre cantiche affidandone la rielaborazione drammaturgica a Edoardo Sanguineti (Commedia dell’Inferno), Mario Luzi (Il Purgatorio – La notte lava la mente ) e Giovanni Giudici (Il Paradiso – perché mi vinse il lume d’esta stella ). Nel ’90 riallestisce Hamletmachine per il Teatro Taganka di Mosca e il Tokyo Theatre Festival. Premio Ubu per la miglior regia con Edipus di Giovanni Testori (autore rivisitato in seguito anche con Cleopatràs , con Sandro Lombardi), nel ’91 firma la regia di Adelchi del Manzoni e, su drammaturgia di Nico Garrone, della verghiana Nedda per il Teatro di Roma, prima di allestire il beckettiano Finale di partita per il Centro teatrale bresciano.

Da sempre affascinato anche dal teatro musicale, lavora con Brian Eno, Jon Hassel, Giancarlo Cardini e Salvatore Sciarrino. Nel ’91 esordisce nella lirica con la Norma (al Petruzzelli di Bari), cui fa seguito il Barbiere di Siviglia (1993, per i teatri di Messina e Treviso, ripreso nel 1995 alla Fenice di Venezia). Del 1995 è la regia di Carmen (Comunale di Bologna) e Felicità turbate, testo di Luzi con musiche di Giacomo Manzoni. Prima del più recente Scene d’ Amleto e del Dido and Aeneas di Purcell ha realizzato Madama Butterfly di Puccini per il Vittorio Emanuele di Messina.