Teatro Uomo

Teatro Uomo apre nel 1969 in una vecchia sala parrocchiale di corso Manusardi a Milano e prende il nome dalla compagnia che vi ha svolto fin dall’inizio la sua attività. I primi organizzatori del teatro sono il regista Virgilio Bardella e l’amministratore Fiorenzo Grassi. Sebbene non richiami grande pubblico, il teatro si distingue subito per l’originalità dei lavori proposti offrendo a Milano un ricco programma di ricerca e sperimentazione. Nelle prime stagioni il teatro ospita le compagnie di Giancarlo Nanni, di Franco Molè e il Collettivo di Parma, nomi che ben presto si affermeranno nel nuovo teatro italiano. Si allestiscono gli spettacoli con pochi mezzi, in uno spazio molto stretto, davanti a pochi spettatori.

Tra il 1969 e il 1975 si susseguono le compagnie del Teatro Laboratorio di Verona, del Teatro Jarry di M. Santella, i giovani di Teatro Evento di Bologna, la compagnia Lo Zoo di Torino, Daisy Lumini e Beppe Chierici, Mario Ricci del gruppo G.S.T.O. Nel 1975 il Teatro Uomo trasloca in via Gulli nell’ex cinema Adriano. Nella nuova sede propone una programmazione diversa che va dalla prosa al jazz al cinema, ma ospita anche spettacoli di qualità come Nella giungla della città di Brecht, La madre di Gor’kij, Fede, Speranza, Carità di Ödön von Horváth, Tito Andronico di Shakespeare. Si alternano compagnie regolari come Gli Associati (Un uomo difficile di Hofmannsthal con protagonista Sergio Fantoni), il Granteatro di Carlo Cecchi (Il borghese gentiluomo di Molière) e compagnie d’avanguardia.

In queste nuove stagioni, però, il teatro cade in progressivo fallimento, da un lato perché non riesce a raccogliere il consenso del quartiere in cui ha nuova sede, dall’altro per il suo decentramento rispetto ai teatri di prosa. La direzione passa a Giuseppe Di Leva, il quale non riesce a risollevare le sorti del centro che, inutilmente tenta di sopravvivere ospitando qualche concerto e vari gruppi di passaggio (Isabella Morra nel 1980 presenta qui la Maria Stuarda di Dacia Maraini). Il teatro si ripropone con la nuova insegna di Teatro Miele, segnando così la sua definitiva fine.