Taylor

Paul Taylor studia pittura e pratica l’atletica e il nuoto, formandosi intanto alla danza con Graham, Humphrey, Limón, Tudor e Craske. Si esibisce nelle compagnie di Merce Cunningham (1953-1954) e Martha Graham (1958-1962), creando nel 1957 il suo primo recital di `anti-danza’, improntato a quella vena lieve che caratterizzerà spesso i suoi lavori ginnici e pieni di energia, facendone in questo senso un caposcuola. Duet (1957, musica di Cage), Three Epitaphs (1959) e Aureole (1962), ripreso poi da varie compagnie, anche di base classica, evidenziano il suo gusto per corpi robusti, forti, estremamente dinamici, e insieme il lirismo nell’ispirazione. In Big Bertha (1971) affronta con l’arma del sarcasmo i rapporti incandescenti di un tipico nucleo familiare americano. Esplanade, uno dei suoi balletti più noti (1975), composto di semplici camminate e salti in crescendo, sviluppa la struttura della coreografia, ponendola a stretto confronto con la musica di Bach.

Kloven Kingdom (1976) si rifà alla parte animale e nascosta dell’uomo con spirito tagliente, mentre la sua versione del Sacre du PrintempsThe Rehearsal (1980), con gangster, poliziotti e ballerini in sala prove, è stata danzata anche dal MaggioDanza fiorentino (1994). Tra i suoi titoli più famosi: Arden Court (1981), Rosas (1985), A Musical Offering (1986), Field of Grass (1993). È autore di un’autobiografia, Private Domain (1987), che porta lo stesso titolo di un suo balletto (1969), nato come seguito di un primo lavoro, Public Domain (1967). Tra i suoi danzatori, Daniel Ezralow e David Parsons ne seguono l’esempio, creando una danza basata sul gioco muscolare e plastico, di tono ironico e leggero.