CRT

Il CRT si configura in breve tempo come il più importante centro italiano nel campo della sperimentazione e della ricerca teatrale, testimoniando la coscienza di un teatro come ‘possibilità radicale di comunicazione’. L’attività ufficiale inizia nel 1975 nel periferico salone di via Ulisse Dini, uno spazio flessibile in grado di comprendere un universo di forme e di esperienze artistiche differenti che oscillano da eventi teatrali tradizionalmente riconosciuti, fino ad esperienze performative dei gruppi e compagnie più inedite e progettuali. Da quel momento la storia del CRT è stata attraversata da protagonisti della ricerca contemporanea internazionale: dall’Odin Teatret al Living Theatre, al Bread and Puppet, da Bob Wilson a Jerzy Grotowski a Meredith Monk, da Tadeusz Kantor a Richard Foreman, da Yoshi Oida a Stuart Sherman, Joseph Chaikin, Andrzej Wajda, Bolek Polivka, Thierry Salmon, David Warrilow. Sono passati, inoltre, per il salone di via Dini e per le diverse sedi che il CRT ha occupato nel corso degli anni – tra cui il Teatro Poliziano, quello della Quattordicesima e il Palazzo dell’Arte, sede attuale -, alcuni tra i nomi più prestigiosi del teatro di ricerca italiano degli anni ’70 e ’80: dai lavori di Pier’Alli a quelli di Leo de Berardinis, di Carlo Cecchi, dei Magazzini Criminali fino a Giorgio Barberio Corsetti, Mario Martone, Gabriele Vacis, Alfonso Santagata, Claudio Morganti, Marco Baliani.

Un’attenzione è rivolta anche ai gruppi più giovani, da sempre coraggiosamente collocati in cartellone o all’interno di iniziative mirate a promuovere le compagnie del nuovo teatro. In un’ottica di apertura e di confronto con le altre realtà culturali, il CRT ha dato luogo inoltre a progetti speciali dedicati alla tradizione teatrale eurasiatica (Alle radici del sole , 1983, dedicata al Giappone), alle manifestazioni sul Vietnam, sull’Islam e sull’India. La ricerca di nuovi linguaggi comunicativi ha portato anche all’apertura di spazi dedicati alla danza, ospitando spettacoli di Carolyn Carlson, Paul Taylor, Lucinda Childs, Twyla Tharp, Merce Cunningham, Raffaella Giordano. Un dialogo aperto con tutte le arti, dalla pittura alla musica, è stato una caratteristica costante del centro che è divenuto nel tempo un grande laboratorio aperto a tutte le espressioni artistiche. È grazie al CRT che è stato rivitalizzato il patrimonio del teatro di figura della famiglia Colla (che con i suoi burattini incanta ancora larghe fasce di spettatori) e recuperata l’idea e la pratica del teatro come luogo di festa, fortemente legato alla cultura popolare. Teatro e festa, un binomio che ha trovato felice espressione nella partecipazione attiva da parte del pubblico all’evento teatrale, opera aperta dentro cui identificarsi e trovare, all’interno della manifestazione collettiva, spazi individuali di fruizione. Dal 1986 Laera e Zenoni hanno abbandonato il centro (il primo ha fondato il CRT Artificio e la Change Performing Arts, il secondo l’APPI), e del nucleo fondatore originario è rimasto soltanto Sisto Dalla Palma, attorniato da numerosi giovani studiosi e collaboratori legati alla scuola di comunicazioni dell’Università Cattolica. Dal 1997 il CRT è ritornato nella sua sede storica del Teatro dell’Arte nel palazzo della Triennale, lo spazio pensato da Giovanni Muzio proprio per costituire un luogo aperto all’interscambio delle varie arti.