Szondi

Di origine ebraica, Peter Szondi subì la deportazione nel campo di concentramento di Bergen-Belsen; è stato professore universitario a Berlino, Gottinga e Heidelberg. Allievo di Steiger, nella sua formazione furono importanti anche i lavori di Lukács, Benjamin e Adorno. Szondi sviluppa un concetto di ermeneutica in cui critica, poetica e riflessione filosofica si pongono in un rapporto di integrazione reciproca. Da qui la sua posizione polemica sia nei confronti del circolo ermeneutico di Heidegger, sia verso il pensiero di Dilthey, a cui contrappone la ripresa di un’idea totale dell’opera, ispirata innanzitutto dall’ Estetica di Hegel. In particolare ricordiamo i suoi saggi dedicati al teatro: Teoria del dramma moderno (1956); Saggio sul tragico (1961); La teoria del dramma borghese nel secolo XVIII (primo volume delle Lezioni, 1973-1974).

Gregotti

Vittorio Gregotti è uno dei protagonisti della scena architettonica italiana del secondo novecento. Insieme alle sue numerose realizzazioni, è autore di saggi teorici importanti. La sua attività si è incontrata una volta sola con il mondo del teatro, grazie ad Arbasino quando, all’indomani del gruppo ’63, hanno concepito per una Carmen di Bizet provocatoria e affascinante, una scena geometricamente serrata in cubi, che crea una sequenza di avvenimenti. Regia di Arbasino, costumi di Giosetta Fioroni, a Bologna (1967) lo spettacolo fu fischiato da i troppi impreparati a vedere Escamillo come Batman.

Davico Bonino

Dopo aver lavorato con Giovanni Getto, Guido Davico Bonino ha insegnato nelle università di Cagliari, Bologna e Torino, dove tuttora è docente di Letteratura drammatica. Critico teatrale della “Stampa” (1978-89), ha diretto il festival di Asti (1991) e per un triennio la sezione prosa del festival di Spoleto (1991-93). Dal 1994 al ’97 è stato direttore del Teatro stabile di Torino. Ha pubblicato vari volumi di storiografia teatrale e curato l’edizione di classici teatrali del Cinquecento, del Settecento e del nostro secolo. Oltre che traduttore, ha adattato per la scena vari testi; ricordiamo Storia di Mimì (da Lo scialo di Pratolini), Mi ricordo e La camera dei sogni di Perec, Beckett in concerto da alcuni romanzi di Beckett, Il deserto dei tartari di Buzzati, La donna mancina di Peter Handke.

Romagnoli

L’attività di grecista e latinista spinse Ettore Romagnoli sulla strada di un teatro – oltreché di una poesia e di una narrativa – che avrebbe dovuto rievocare la visione del mondo della classicità, avvicinandola il più possibile al presente. Rivelando una sfaccettata versatilità, perseguì generi diversi: tra le tragedie si menzionano i Drammi arabi, i Drammi satireschi (Polifemo, Ettore e il Cercopo, Elena, Sisifo) e i Nuovi drammi satireschi (Il cane di Dioniso, La figlia del sole, Le donne d’Ulisse). Tra le commedie Il trittico dell’amore e dell’ironia (Compensazioni d’amore, La parabola del desiderio, Il labirinto). Scrisse anche un dramma pastorale, Dafni.