Group Theatre

Fondata nel 1931 da Harold Clurman, Cheryl Crawford e Lee Strasberg, il Group Theatre ha come primo obiettivo quello di sviluppare, attraverso un lavoro preparatorio non finalizzato all’allestimento dei singoli spettacoli, un collettivo d’attori capaci di esprimere una profonda verità interiore e non soltanto di esibirsi con maggiore o minore professionalità. Le tecniche adottate erano quelle di Stanislavskij, riprese e rielaborate con passione in lunghi periodi di vita e lavoro in comune. Fondamentale fu in questo senso l’apporto di Strasberg, anche regista di quasi tutti gli spettacoli dei primi anni (fra i quali fu particolarmente apprezzato Uomini in bianco di Kingsley), finché dissidi personali e artistici non lo costrinsero a dimettersi. Iniziò allora, nel 1935, una seconda fase, che vide, con la direzione di Clurman, la presentazione di alcuni drammi realistici di dichiarata rilevanza sociale, in particolare quelli di Odets, già attivo nel gruppo come attore. Ciò accrebbe il prestigio dell’organizzazione, ma non bastò a eliminare la contraddizione di fondo fra l’ambizione di costituire un insieme permanente come quello dei grandi teatri d’arte europei e le logiche commerciali entro le quali era costretto ad agire. Il Group Theatre, che formò attori e registi destinati a grande carriera, cessò di esistere nel 1941. Quattro anni dopo Clurman ne raccontò la storia nel volume Gli anni fervidi (The Fervent Years).

Actors Studio

Aperto a New York nel 1947 dai registi Elia Kazan e Robert Lewis, dalla produttrice Cheryl Crawford, è in seguito diretto dal 1951 da Lee Strasberg, allontanatosi Lewis per dissensi artistici e poco presente Kazan per i molti impegni a Broadway e a Hollywood. Tutte queste persone avevano vissuto negli anni ’30 l’esperienza del Group Theatre e avevano improntato fin da allora la propria attività ai principi di Stanislavskij, appresi attraverso le lezioni del regista polacco Richard Boleslavski, emigrato dal Teatro d’Arte di Mosca agli Usa, e dalla pubblicazione in Europa e in America della prima parte del Lavoro dell’attore, la più importante opera teorica del Maestro. Scopo dell’Actors Studio era fornire agli attori (ammessi dopo una rigorosa selezione) uno spazio nel quale perfezionare i propri strumenti espressivi in esercizi non finalizzati alla produzione di uno spettacolo. Era la versione americana del ‘sistema’ del regista russo, il cosiddetto ‘metodo’ caratterizzato da una particolare accentuazione degli esercizi di ‘memoria emotiva’ passati attraverso il filtro della psicoanalisi. Strasberg ne divenne l’esponente principale e sotto la sua guida lavorarono molti attori destinati a diventare famosi sulle scene e sullo schermo (M. Brando, J. Dean, M. Clift, D. Hoffman, R. De Niro, A. Pacino, S. Winters, G. Page).