Genova

Nato nel 1951 il Teatro di Genova è unanimemente riconosciuto come uno dei più importanti teatri pubblici d’Italia. Diretto dal 1955 da Ivo Chiesa ha la sua sede istituzionale al Teatro della Corte, ultimato nel 1991, ma dispone anche di una seconda sala, il Teatro Duse. La sua produzione è vastissima e le stagioni in sede sono accompagnate anche da lunghe tournée in Italia e nel mondo. La sua compagnia è stata più volte fra le protagoniste dei festival di Parigi, Zurigo, Edimburgo, Avignone; all’Holland Festival, alla World Theatre Season di Londra, oltre che nei teatri di Leningrado, Mosca e New York. La compagnia è formata da un nucleo di attori che lavorano insieme da molti anni e da guest artists scelti fra i più importanti della scena nazionale. Tra i registi da ricordare Squarzina (codirettore con Chiesa dal 1963 al 1976) e oggi M. Sciaccaluga (regista stabile da diciassette anni); inoltre hanno lavorato a Genova: Costa, De Bosio, Marcucci, Pagliaro, Petri, Ronconi, Zeffirelli, De Monticelli. Una profonda vocazione europea inoltre ha richiamato nomi come Arias, Gaskill, Hands, e particolarmente importante la presenza formativa di Otomar Krejca, Peter Stein e Benn Besson. Il teatro infine gestisce e organizza anche attività didattiche oltre ad aver fondato il Museo-biblioteca dell’attore.

Friuli Venezia Giulia

Fondato nel 1954 a Trieste, il Teatro Stabile di Friuli Venezia Giulia ha iniziato le proprie attività nel dicembre dello stesso anno al Teatro Nuovo, presentando La donna di garbo di Goldoni. Nel corso degli anni al palcoscenico del Nuovo sono stati affiancati gli spazi dell’Auditorium e del Politeama Rossetti, potenziando via via la funzione di ponte verso la drammaturgia e le culture dell’area centro-europea ( Questa sera si recita a soggetto di Pirandello e La rosa di zolfo di A. Aniante, 1958, regia di F. Enriquez; Un marito di Svevo, regia di S. Bolchi, 1960-61, che ha iniziato il lavoro di recupero dei testi teatrali dell’autore triestino fino ad allora dimenticati; Vera Verk di F. Tomizza, regia di F. Tolusso, 1963) peculiare cifra distintiva dell’attività produttiva dello Stabile. Teatro essenzialmente di frontiera, ha cercato di privilegiare l’attenzione per autori della cosiddetta Mitteleuropa, presentando in prima assoluta sul territorio nazionale testi quali Avvenimento nella città di Goga di Slavko Grum (di 1971-72), Anatol di A. Schnitzler (regia di R. Guicciardini, 1975-76), Attraverso i villaggi di Peter Handke (regia di R. Guicciardini, 1983-84), Una solitudine troppo rumorosa di Bohumil Hrabal (regia di G. Pressburger, 1992-93), Intrigo e amore di Friedrich Schiller (regia di N. Garella, 1992-93), Medea di Franz Grillparzer (regia di N. Garella, 1994-95), e L’ora in cui non sapevamo niente l’uno dell’altro ancora di Handke (regia di Pressburger, 1994-95). Parallelelamente, sulla scia dei principali teatri pubblici nazionali, è stato sviluppata e promossa la diffusione del cosiddetto teatro d’arte. Attori, registi, scenografi e musicisti fra i più importanti della scena italiana si sono alternati nelle produzioni dello Stabile. Attualmente è direttore artistico A. Calenda, che ha iniziato il suo mandato promuovendo nell’ambito di un convegno (1996) il primo Festival della giovane drammaturgia italiana.