Lang

Jack Lang è da molti anni al centro della vita culturale e istituzionale francese. Studente e poi professore di diritto, è entrato ben presto nelle file del Partito socialista francese, per il quale ha ricoperto numerose cariche elettive e istituzionali. Soprattutto legato alla figura del presidente F. Mitterrand, Lang è stato a più riprese Ministro della cultura (1981-86, 1988-91) e dell’educazione (1991-93). Attualmente presiede la commissione Affari esteri dell’Assemblea nazionale. Accanto alla carriera politica e a quella accademica, Lang ha sempre mantenuto viva la sua passione per il teatro, con un impegno attivo nell’organizzazione e direzione di festival ed enti teatrali, in Francia e all’estero. Ideatore e direttore del Festival International du Théâtre di Nancy (1963-1977), direttore del Théâtre National de Chaillot (1972-1974), dal gennaio 1997 al luglio 1998 ha diretto il Piccolo Teatro di Milano.

Gobetti

Influenzato dalla personalità di Antonio Gramsci, Piero Gobetti per due anni collabora al quotidiano comunista “l’Ordine nuovo” avendo la funzione di critico letterario e teatrale; successivamente pubblica nel 1923 una raccolta dei suoi articoli intitolata la Frusta teatrale . G. fu tra i primi sostenitori di Pirandello schierandosi contro le improvvisazioni con il suo articolo “Pirandello e il buffone Angelo Musco” (1918) in “Energie Nuove” provocò, temporaneamente, il ritiro dei copioni da parte dell’autore nei confronti dell’attore siciliano.

Gramsci

Antonio Gramsci inizia la sua collaborazione alla “Guida del Popolo” e all'”Avanti” nel 1915 attraverso articoli culturali e note politiche. Le sue Critiche teatrali torinesi (poi raccolte in volume) cominciano a essere pubblicate il 13 gennaio 1916 sull’edizione piemontese dell’Avanti e si interrompono il 16 dicembre 1920 alla vigilia dell’uscita dell’Ordine Nuovo; esse costituiscono un esauriente panorama critico della vita teatrale, non soltanto torinese, ma in buona parte italiana. Nei suoi articoli Antonio Gramsci denuncia la situazione dei maggiori teatri italiani del tempo, quelli di Torino, Milano, Genova, Bologna, Roma che venivano controllati solamente da due o tre potenti organizzatori che successivamente si sarebbero potuti unire in trust. Sempre all’interno degli articoli di critica teatrale Antonio Gramsci continua la sua violenta polemica antiborghese: egli sottolinea come sia necessario che in quegli anni anche il proletariato, gli strati popolari più maturi, partecipino alle opere teatrali andando a formare quello che lui chiama il «pubblico nuovo»: il teatro per Antonio Gramsci può essere un importante strumento di scuola sociale. Di pregevole interesse sono i suoi articoli sull’opera di Pirandello. Questa iniziale esperienza di critico teatrale influenza anche gli scritti successivi, e riemerge nello scritto Quaderni del carcere.