Carriglio

Docente per alcuni anni all’università di Palermo, appassionato studioso d’arte drammatica, Pietro Carriglio ha fondato e diretto il teatro Biondo Stabile di Palermo, dopo aver fatto parte della direzione del teatro Massimo. Per tre anni è stato il direttore artistico del Teatro stabile di Roma, prima dell’arrivo di Luca Ronconi; dal 1998 è ritornato a dirigere lo Stabile di Palermo. Tra le sue regie più apprezzate, Il mercante di Venezia , La tempesta e Racconto d’inverno di Shakespeare, La vita è sogno di Calderón, Finale di partita di Beckett. Per il teatro d’opera ha allestito Il castello del principe Barbablù di Bartók e Die glückliche Hand di Schönberg. Molto scalpore hanno suscitato le sue scenografie modulari. Insieme a Giorgio Strehler ha avviato presso Laterza la pubblicazione di una collana di ‘Teatro italiano’.

Roma,

Il Teatro di Roma fu fondato nel 1964, ha sede al Teatro Argentina. Teatro stabile della città di Roma, organismo di produzione e distribuzione di spettacoli di prosa, fa parte dell’Unione dei Teatri d’Europa. Accanto alla prosa ospita anche spettacoli di danza e concerti, affiancando alla produzione artistica attività di formazione socio-culturale di ampio respiro. Le linee artistiche dello Stabile sono state sensibilmente influenzate nel corso degli anni dalla personalità dei direttori che ne hanno assunto la guida: da Vito Pandolfi (1964-69), che ne ha accompagnato la nascita nella sede provvisoria del Teatro Valle, privilegiando l’attenzione per il patrimonio drammaturgico italiano sia classico che contemporaneo, a Franco Enriquez (1972-76), che oltre a trasferirne l’attività al restaurato Argentina contribuì a consolidare i legami con il territorio e il suo tessuto socio culturale e ad aprire le porte del teatro ufficiale ai fermenti che animavano in quegli anni le cosiddette cantine romane (con la collaborazione ad esempio con l’Abaco di M. Ricci e La Fede di G. Nanni e M. Kustermann), e l’inserimento nel cartellone di spettacoli quali Risveglio di primavera di Wedekind per la regia di Nanni, Re Lear e Moby Dick per la regia di Ricci e O’ zappatore di De Berardinis.

Dal tentativo di Luigi Squarzina (1976-83), di dare al teatro una progettualità culturale globale, affiancando una rosa diversificata di proposte collaterali agli spettacoli, al progetto di Maurizio Scaparro (1983-91) che attraverso una programmazione monografica sull’Europa, sull’Italia e su Roma, ha tentato di approfondire criticamente il linguaggio teatrale contemporaneo scandagliandone le contaminazioni con le più avanzate tecnologie, sino ad arrivare a Pietro Carriglio (1991-94) che avvalendosi della collaborazione dei maggiori esponenti della regia critica ha favorito su tutto la rivisitazione interna della drammaturgia italiana, da Alfieri a Pasolini, aprendo al contempo la strada a autori contemporanei quali Franco Brusati, Aldo Nicolaj, Annibale Ruccello, Rocco d’Onghia e Roberto Cavosi. Dal 1994 al ’98 lo Stabile è diretto da Ronconi, le cui regie segnano le tappe di un ideale percorso sospeso fra tradizione e modernità: dal Re Lear di Shakespeare (1995) a I fratelli Karamazov di Dostoevskij (1998), attraverso Ibsen ( Verso Peer Gynt , 1995), Enzo Siciliano (Dio ne scampi , 1995), Gadda (Quer Pasticciaccio brutto de Via Merulana , 1997), O’Neill (Il lutto si addice ad Elettra, 1997).