Hacks

Figlio di un avvocato socialdemocratico, Peter Hacks studia filosofia, germanistica e scienze teatrali a Monaco. Nel 1951 inizia a lavorare per il teatro, il cabaret e la radio. Nel 1955, grazie al successo del suo primo lavoro teatrale, L’inizio dell’era indiana (Die Eröffnung des indischen Zeitalters), messo in scena ai Kammerspiele di Monaco, è invitato da Brecht a collaborare con il Berliner Ensemble. A Berlino lavora anche con il Deutsches Theater dove, nel 1956, viene allestita un’altra sua opera, La battaglia di Lobowitz (Die Schlacht bei Lobowitz). Scrive numerosi saggi sul teatro e la letteratura: Das realistische Theaterstück (1957), Aristoteles, Brecht oder Zwerenz (1957), Das Poetische (1972). Si impone, soprattutto a partire dagli anni ’60, per il suo stile che riconcilia in modo nuovo realismo e fantasia. Altre opere teatrali sono Il mugnaio di Sanssouci (Der Müller von Sanssouci), satira del dispotismo di Federico il Grande, e Gli affanni e il potere (Die Sorgen und die Macht), critica del concetto di lavoro nella Rdt, entrambe del 1958; Moritz Tassow (1965), dove vengono messe a confronto realtà e utopia del comunismo, e La festa del mercato a Plundesweilern (Das Jahrmarktfest zu Plundersweilern, 1975), una critica dell’industria culturale nella Germania Est. Il suo teatro ha un rapporto diretto con il dramma didattico brechtiano, ma si emancipa dal modello consueto di realismo. Opere più recenti sono La morte di Seneca (Senecas Tod, 1978) e Pandora , da Goethe (1982).