Merola

Mario Merola è l’indiscusso e indiscutibile re della sceneggiata. Dopo aver lavorato nel porto di Napoli, comincia a esibirsi nelle feste di piazza e ai matrimoni, ben presto imponendosi come l’ultimo dei cantanti `di giacca’: ossia dei cantanti specializzati in brani a tinte forti, d’impianto drammatico, per la cui esecuzione è d’uopo adottare un abbigliamento adeguato. A partire, appunto, dalla giacca. Più tardi, nell’agosto dell’84, Merola festeggerà i venticinque anni di carriera nel segno del più grande fra gli autori di quel genere di canzoni, Libero Bovio. Gli dedicherà un intero spettacolo, adottando come titolo il primo verso, Felicissima sera , della famosa “Zappatore”, su cui si basa l’omonima sceneggiata che costituisce, da sempre, l’autentico cavallo di battaglia e una sorta di `marchio di fabbrica’ di Merola. E della sceneggiata, appunto, Merola fa addirittura un atto di fede e una missione, tentando di accreditarla anche presso pubblici acculturati. Così, per il Natale del ’78, porta al cinema-teatro Delle Palme, nell’elegantissima ed esclusiva via dei Mille, una versione aggiornata di Lacreme napulitane , ancora di Bovio, dandole il titolo in lingua L’emigrante . Del resto, non era stato lui ad aprire, nel ’76, il primo e unico Festival della sceneggiata, avendo al fianco – in uno spettacolo intitolato inequivocabilmente Mammà – colleghi del calibro di Mirna Doris e, specialmente, Nunzia Fumo, erede di quella Cafiero-Fumo che fu, appunto, la più celebre compagnia di sceneggiate?