Williams

Tennessee Williams nacque e crebbe nello stato del Mississippi con un padre autoritario e maschilista, una madre ancora sotto choc per lo sfacelo del vecchio Sud, una sorella amatissima che finì in manicomio; e queste prime esperienze segnarono profondamente la sua vita e costituirono la materia prima del suo teatro. Vinse nel 1939 un concorso indetto dal Group Theatre con un gruppo di atti unici, American Blues, ed esordì sulle scene nel 1940 con Battaglia di angeli (Battle of Angels) – riscritto nel 1957 col titolo La calata d’Orfeo (Orpheus Descending) – che cadde prima del debutto a New York.

S’impose cinque anni dopo con Zoo di vetro (The Glass Menagerie), variazione autobiografica sul tema del giovane che si stacca dalla famiglia e dalle sue tragedie per vivere la propria vita, presentata dal protagonista stesso con sospiri di nostalgia, cadenze di sogno e momenti di tenera ironia. Ma l’opera nella quale espresse per la prima volta il suo mondo fu Un tram chiamato desiderio (A Streetcar Named Desire, 1947), imperniato su una donna sola e vulnerabile che cercava di sfuggire alla propria disperazione aggrappandosi alle immagini di un luminoso passato, forse mai esistito, e sognando un improbabile roseo futuro, e vedeva crollare ogni illusione al contatto con una realtà brutale, rappresentata da un giovane maschio sfacciatamente virile. Blanche, la protagonista di questo dramma, il più rappresentato e forse il più significativo dell’intera opera di Williams, fu il primo dei grandi personaggi femminili offerti dall’autore ad attrici di temperamento, che ne determinarono il successo.

La galleria comprende zitelle sfiorite come l’Alma di Estate e fumo (Summer and Smoke, 1948), vedove che riscoprono la gioia di vivere come la Serafina di La rosa tatuata (The Rose Tattoo, 1951), mogli insoddisfatte come la Maggie di La gatta sul tetto che scotta (Cat on a Hot Tin Roof, 1955), mangiatrici d’uomini come la Lady della citata Calata d’Orfeo e la Principessa di La dolce ala della giovinezza (Sweet Bird of Youth, 1959), vittime di esperienze traumatiche come la Catharine di Improvvisamente l’estate scorsa (Suddenly Last Summer, 1958), per citare solo i testi del periodo più significativo. Solo La notte dell’iguana (The Night of the Iguana, 1961) aveva come protagonista un uomo, un prete spretato.

Erano tutte figure determinate in qualche modo da repressioni o esuberanze sessuali, in drammi che si facevano man mano sempre più espliciti, toccando temi tabù come l’omosessualità, il cannibalismo, la castrazione e l’incesto, in una ricerca del sensazionale che turbava gli spettatori benpensanti ma soffocava a poco a poco la personalità autentica dell’autore, soprattutto a proprio agio nella descrizione di fragili anime ferite dalla brutalità del mondo circostante. Con gli anni ’60 ebbe inizio un lungo periodo di decadenza: Williams continuò a scrivere, ma senza più ritrovare la felicità espressiva e il successo di un tempo; precipitò nell’alcolismo e nella tossicodipendenza e fu più volte ricoverato. Tra le sue ultime opere si possono ricordare Vieux Carré e Una bellissima domenica a Crève-Coeur (Crève-Coeur), entrambe del 1978.