Luttazzi

Mentre studia giurisprudenza all’università della città natale, Lelio Luttazzi comincia a comporre canzoni, partecipa a spettacoli studenteschi e suona il pianoforte per Radio Trieste. Dopo la fine della guerra 1940-45 si trasferisce a Milano, dove collabora col cantante Teddy Reno per la sua produzione discografica. Appassionato di jazz, assimila la lezione americana infondendovi lo spirito italiano nella composizione di canzoni. Le principali sono: “Muleta mia” (per Teddy Reno), “Il giovanotto matto” (per Ernesto Bonino), “Quando una ragazza a New Orleans” (per Jula De Palma), “Una zebra a pois” (per Mina), e poi “Calypso Goal”, “Cogoleta”, “Michèlle”, “Sabrina”, “Lullaby”, “Promesse di marinaio”, “Troppo tardi”, “Il male oscuro”, “Legata ad uno scoglio”, “Il favoloso Gershwin” e altre. Cura intanto per la radio alcuni programmi musicali come “Hit Parade” e “Motivo in maschera”; partecipa, in diversi ruoli, a trasmissioni televisive di musica e varietà come “Ieri e oggi”, “Studio Uno”, “Questo nostro cinema”, “Sentimentale”, “Il paroliere”, “Musica insieme”, “Teatro Dieci”, “Il signore di mezza età”. È presente anche in diversi Caroselli. Per il teatro musicale fornisce alcuni motivi, insieme ad altri, a Ciao fantasma (1952), rivista di Scarnicci e Tarabusi, con Ugo Tognazzi e Elena Giusti; poi è autore in proprio, negli anni ’50, delle musiche delle seguenti riviste (tutte di Scarnicci e Tarabusi, salvo indicazioni contrarie): Barbanera… bel tempo si spera (con Ugo Tognazzi e Elena Giusti, 1953); Tutte donne meno io (con Macario e Carla Del Poggio: comprende una canzone di grande successo, “Souvenir d’Italie”, 1953); Passo doppio (con Ugo Tognazzi e Dorian Gray, 1954); Campione senza valore (con Ugo Tognazzi e Hélène Rémy, 1955); Gli italiani sono fatti così (di Marchesi, Metz e Verde, con Billi e Riva, 1956); Uno scandalo per Lili (con Ugo Tognazzi e Lauretta Masiero, 1957); Il diplomatico (con Carlo Dapporto e Elena Giusti, 1958); Io e la margherita (di e con Walter Chiari, 1959).

Una canzone composta da Luttazzi per il Quartetto Cetra, “Vecchia America”, è compresa nella rivista Gran baldoria (1951) di Garinei & Giovannini. Intanto si occupa della composizione di colonne sonore per il cinema, quasi sempre per commedie. Senza contare le trasposizioni sullo schermo di programmi radiofonici (come “Motivo in maschera”, 1955, di Stefano Canzio: L. vi partecipa anche come collaboratore al soggetto e interprete) e le pellicole che prendono spunto da sue canzoni (come Souvenir d’Italie , 1956, di Antonio Pietrangeli, e Promesse di marinaio , 1958, di Turi Vasile), tra i film per i quali L. cura le musiche occorre citare: Totò lascia o raddoppia? di Camillo Mastrocinque (1956), Totò, Peppino e la malafemmina ancora di Mastrocinque (1956), Agguato a Tangeri di Riccardo Freda (1957), Classe di ferro di Turi Vasile (1957), Ragazza in blue-jeans di Domenico Paolella (1957), Adorabili e bugiarde di Nunzio Malasomma (1958), Venezia, la luna e tu di Dino Risi (1958), Le bellissime gambe di Sabrina di Mastrocinque (1958), Guardia, ladro e cameriera di Steno (1958), Il nemico di mia moglie di Gianni Puccini (1959), Psicanalista per signora di Jean Boyer (1959), Risate di gioia di M. Monicelli (1960), Peccati d’estate di Giorgio Bianchi (1962), La presidentessa di Luciano Salce (1977). In alcuni altri film L. figura come interprete, tra i quali la commedia di costume L’ombrellone di Dino Risi (1965) e il film drammatico L’avventura di M. Antonioni (è lo snob cavalier servente della proprietaria dello yacht che porta i personaggi della vicenda alle isole Eolie, 1959). Inquieto e insoddisfatto, incappato – agli inizi degli anni ’70 – in disavventure giudiziarie, Luttazzi è autore anche di alcuni libri, di racconti e di soggetti. Lo si può definire musicista autodidatta, elegante e di buona vena, attento ai risultati dello swing americano (i suoi modelli appaiono Gershwin come autore e Sinatra come esecutore) ma perfettamente inserito nel melodismo all’italiana.