Occhini

Ilaria Occhini coltiva, fin da bambina, la sua passione per lo spettacolo, divertendosi ad allestire piccole rappresentazioni in casa. Nel 1954 debutta al cinema con Terza liceo di L. Emmer, quindi si diploma all’Accademia d’arte drammatica `S. D’Amico’. Approda al teatro nel 1957, ottenendo un ruolo importante nell’ Impresario delle Smirne di Goldoni diretto da Visconti; dallo stesso regista e suo primo grande maestro viene guidata, nelle due stagioni successive, in Uno sguardo dal ponte di Miller (1958) e in Figli d’arte di D. Fabbri (1959). Intanto inizia a lavorare per la televisione, acquistando grande popolarità con sceneggiati quali Jane Eyre da C. Brontë e Delitto e castigo da Dostoevskij (1963), entrambi per la regia di A.G. Majano. Nella stagione 1960-61 lavora con Gassman in Un marziano a Roma di Flaiano e Edipo re di Sofocle. Nel 1965-66 si cimenta nella commedia musicale prendendo parte a Ciao Rudy di Garinei e Giovannini, accanto a Mastroianni. Una tappa importante della sua carriera è rappresentata dall’incontro con O. Costa che, dopo averla diretta in Francesca da Rimini di D’Annunzio (1960) e in Dialoghi delle Carmelitane di Bernanos perla televisione (1962), la chiama a interpretare Tre sorelle di Cechov (1974) e Le allegre comari di Windsor di Shakespeare (1976). Nel 1977 ottiene i riconoscimenti del pubblico e della critica per la sua interpretazione in William Shakespeare di A. Dallagiacoma. Negli anni ’80 un altro incontro importante con Patroni Griffi la porta a recitare due testi di Pirandello (Sei personaggi in cerca d’autore 1988 e Ciascuno a suo modo 1989) all’interno del progetto ‘Trilogia del teatro nel teatro di Pirandello’ dello stesso regista. Ancora con Patroni Griffi interpreta, nel 1991, La moglie saggia di Goldoni. Attrice che ama studiare il testo nelle sue sfumature, affascinata dalla `parola’ capace di creare il personaggio, nella sua ultima interpretazione si è confrontata con l’opera di Gadda Quer pasticciaccio brutto de via Merulana (1996, ripreso nel 1997) con la regia di Ronconi con il quale assieme a Corrado Pani, Nora Ricci, Carla Gravina, Sergio Fantoni e Gianmaria Volontè aveva costituito negli anni Sessanta una sfortunata cooperativa al Valle di Roma presentando Castello in Svezia di F. Sagan e il dittico La putta onorata e La buona moglie di Goldoni.